IL PARTICOLARE

ASSISI – Manca il turismo di qualità e su questo punto sono tutti d’accordo. Se le diverse categorie commerciali legate al settore si adattano alle richieste di mercato diversificando merce e prodotti su standard più economici ma qualitativamente inferiori a farne le spese è quel che resta del turismo di qualità. E se ci sono ristoranti capaci di soddisfare i palati più raffinati e strutture extra alberghiere a 5 stelle, Assisi non offre svago: attività repressa dalla politica restrittiva dell’ordinanza sull’orario di chiusura serale.
E se la tipologia di merce risponde a stento alla politica gestionale di sopravvivenza delle attività, la bassa qualità e la scarsa varietà, i 150 negozi di souvenir contro i 5 di generi di“lusso”,fotografano impietosamente l’inclinazione commerciale cittadina. Ma se anche Assisi è più strutturata per accogliere il turismo di massa, anche questo avanza le sue lecite lamentele che vanno dalla mancanza di spazi verdi attrezzati per il pranzo al sacco, per riposarsi e stancare i bambini, a quella del trasporto pubblico dal centro ai luoghi sacri fuori città, fino al trattamento tutt’altro che economico riservato da alcune attività: un pezzo di pizza al taglio e acqua 8 euro.

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