Dopo l’oscuramento di “2139” con 50mila persone che rischiano di perdere soldi e almeno dieci denunce formulate in pochi giorni, è alto il rischio per un altro sito
IL CASO
PERUGIA «Rischiano in tanti, c’è poco da dire. Non siamo ancora ai livelli dell’altra piattaforma, ma se succede la stessa cosa piangeranno in parecchi». La previsione gira nello spazio social. E a pochi giorni dall’esplosione del caso “2139”, il sito di trading online che si è rivelato una truffa con tanto di oscuramento da parte della Consob e gli investimenti in fumo per almeno cinquantamila umbri, c’è chi teme che le conseguenze nefaste possano proseguire per altre migliaia di persone.Perché la piattaforma “Tost” anche in questo caso dedicata apparentemente ad investimenti online sembra avere un destino molto simile a quella bloccata a fine settembre. Schemi, impostazione, la promessa (giudicata dagli esperti molto difficile da mantenere nel trading online) di rendimenti giornalieri tra l’1,8% al 5,3%, a seconda del livello di investimento. Ma c’è di più: a rimandare a quanto accaduto con l’altra piattaforma, anche il susseguirsi di segnalazioni secondo cui da qualche giorno sarebbero intervenute importanti difficoltà per le operazioni di ritiro dei capitali investiti e anche di supporto. Per quanto riguarda “2139” è stato da tutti definito come un passaggio che di fatto ha annunciato la chiusura della piattaforma e il successivo intervento della Consob, e dunque la paura di qualcuno anche a Perugia e in Umbria con tanto di segnalazione alle forze dell’ordine è che si sia vicini anche in questo caso a problematiche di questo tipo.
RISPARMI IN FUMO
Un caso, quello della piattaforma di trading online oscurata dall’organismo che controlla e monitora i mercati finanziari perché priva delle licenze necessarie per operare in conformità con la legge, che continua a far parlare in varie zone dell’Umbria. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che migliaia di persone hanno visto andare in fumo i risparmi, o hanno comunque perso diverse migliaia di euro. La situazione è crollata qualche giorno fa, a fine settembre, quando sostanzialmente è partita la corsa a ritirare i soldi investiti fino allo stop da parte della consob perché il sistema, di fatto, era “collassato”. Per quella che dagli esperti viene considerata una vera e propria truffa del cosiddetto “schema Ponzi” che si basa sull’impiego dei fondi versati dai nuovi iscritti per pagare i profitti dei vecchi investitori. Per questo in tanti, più o meno inconsapevolmente, vengono allettati a «tirare dentro il sistema» più persone possibile.Ed è proprio sulla consapevolezza o meno di quanto stavano facendo che per i partecipanti al sistema si potranno definire o meno eventuali responsabilità penali. In questo meccanismo che si basa sempre e comunque sull’ignoranza delle persone (il trading online è un’attività assolutamente lecita ma va conosciuta bene) la posizione dei partecipanti è infatti in bilico tra il ruolo di vittima e quello di truffatore, e spetterà eventualmente alla Procura di Perugia e alle forze di polizia coinvolte (trattandosi di truffe online in primis è ipotizzabile la polizia postale, anche se diverse denunce sarebbero state fatte alle stazioni dei carabinieri) evidenziare responsabilità penali.Di certo ci sarebbero almeno una decina di denunce fin qui, e di sicuro c’è molta gente che sta cercando di capire cosa succede. Non solo nella ormai sempre più remota possibilità di rientrare in possesso di qualcosa, ma anche nella paura di aver consegnato i propri dati personali ai criminali informatici. Il sistema che traccia le ricerche di Google da questo punto di vista fornisce una mappa interessante: la parola “2139” infatti è da giorni al primo posto nelle ricerche degli umbri, che sono al primo posto nel cercarla. Soprattutto dalla zona del lago (Ponticelli, Castiglione del Lago, Passignano) ma anche Perugia, Bastia, Città di Castello e Terni.
Michele Milletti
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