Bastia

Truffa del mattone, trovati registri con i doppi atti

I retroscena che hanno portato alla scoperta di una maxifrode al Fisco da parte di una stimatissima società mmobiliare di Bastia

FRANCESCA BENE


PERUGIA – E’ stato un lavoro certosino, intricato come un rebus, complesso come un puzzle. Gli uomini della tenenza della Guardia di finanza di Assisi sono riusciti a ricostruire la presunta frode da 4 milioni di euro ai danni del Fisco, messa a punto dalla più rinomata società di costruzioni di Bastia Umbra, incastrando insieme una serie di indizi.
Solo tre mesi fa le Fiamme Gialle della città serafica avevano in mano solo informazioni raccolte sul territorio. E’ partito quindi un lavoro di analisi con tanto di “incroci” resi possibili dalle interrogazione alle banche dati in uso al Corpo. Nel giro di pochissimo tempo sono stati studiati migliaia di atti e di tabulati. La svolta è giunta quando al quadro indiziario si sono aggiunte le prime ammissioni da parte di ditte di costruzioni minori e di privati che hanno ammesso di aver acquistato immobili dalla società bastiola pagando un prezzo superiore (dal 30 al 50 per cento del valore degli immobili) a quello dichiarato al momento del rogito. Sempre stando al resoconto fornito dagli investigatori.
A questo punto, oltre al sospetto gli investigatori potevano contare sulle testimonianze, ma senza le carte rimaneva la parola dei presunti truffatori contro quella degli acquirenti delle case. Mancavano ancora prove schiaccianti recuperabili solo attraverso le perquisizioni.
I blitz, effettuati in contemporanea nelle sedi di tutte e tre le aziende che facevano capo alla società sotto inchiesta, hanno portato anche a quest’ultimo riscontro. Nello specifico, in una delle sedi, secondo quanto emerso da indiscrezioni, sarebbero stati trovati registri contenenti compromessi con il valore reale degli appartamenti e rogiti con il valore dimezzato. Al momento sono circa 200 le compravendite in odore di truffa. Le indagini comunque proseguono anche perché la maggior parte della documentazione capace di chiudere definitivamente il caso sarebbe stata distrutta dagli autori della presunta frode.

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