LA GRANDE PAURA ALLA MOGLIE IMPEDIRONO DI URLARE CON UN CUSCINO SUL VOLTO, PISTOLE PUNTATE CONTRO I FIGLI VENNERO RINCHIUSI in una sorta di dependance dopo che i malviventi erano riusciti ad ‘arraffare’ gioielli e denaro. Il titolare di uno dei più grandi allevamenti suinicoli di Costano, nel gennaio 2008, quando rientrò a casa in serata liberò la moglie e i due figli (all’epoca di 13 e 17 anni) dopo che tre uomini col volto coperto dai passamontagna (erano tutti armati di pistola e indossavano guanti) scavalcarono la rete del parco intorno alla villa riuscendo a non far suonare l’allarme. Uno dei furfanti si diresse contro la moglie dell’imprenditore, in quel momento nel giardino, impedendole di urlare con un cuscino sul volto, mentre i suoi due ‘compari’ entrarono nella casa — passando da una porta-finestra socchiusa — e raggiunsero i figlioletti che stavano guardando la tv.
Convinti inizialmente che si trattasse di uno scherzo i ragazzi hanno cominciato a impaurirsi solo quando sono state puntate contro di loro le armi. Alla donna uno dei rapinatori, con un forte accento dell’Est, chiese dove fossero i soldi, anche in quella circostanza tra contanti e gioielli il valore del ladrocinio fu di diverse migliaia di euro. Prima di andarsene uno dei malviventi — è quanto raccontò a caldo una delle vittime ai carabinieri di Assisi — lasciò una bottiglia d’acqua minerale alla donna e ai suoi due figli, per poi chiedere informazioni sull’ora del rientro del marito. All’incirca una decina di minuti dopo che la moglie e i figli erano stati imprigionati il proprietario della villa rientrò in casa, insospettito dal disordine e dalle urla provenienti da quella ‘dependance’. Una volta liberata la famiglia ecco la segnalazione al 112, l’arrivo dei militari e degli uomini della Sezione per le investigazioni scientifiche. QUELLO delle rapine in villa non è certo un ‘fenomeno’ nuovo per la nostra regione, basti pensare a quanto è accaduto negli anni scorsi nella zona di Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo, con colpi ripetuti ai danni di abitazioni isolate che si risolvevano spesso con sequestri dei residenti e bottini ingenti da parte degli autori. Si tratta di un reato particolarmente insidioso e che desta evidente allarme sociale in un contesto residenziale come quello dell’Umbria, caratterizzato da numerosi insediamenti rurali e abitazioni sparse a macchia d’olio nella campagna.
Nazione-2011-01-04-Pag18
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