Giovane trovato morto nel fosso, c’è un indagato per omicidio preterintenzionale Delitto ripreso dalle telecamere. Il testimone: “Voleva tornare sul luogo del fatto”

Sentito l’autista L’uomo ha detto di aver riportato a casa il 43enne brasiliano

Ex calciatore Samuele De Paoli ha giocato nel Bastia fino a due anni fa Ha smesso per dedicarsi al lavoro,
spiegano gli amici del bar di Cipresso

di Francesca Marruco e Alessandro Antonini
PERUGIA “Siamo caduti insieme nel fossato, io ero sotto, lui sopra. Poi sono riuscita a liberarmi. Mi chiedeva di aiutarlo a rialzarsi, ma l’ho lasciato lì e sono scappata. Era vivo”. E’ notta fonda e in questura, dopo essere stato prelevato da casa dagli agenti della squadra mobile, il trans brasiliano di 43 anni che si fa chiamare Patricia – in passato qualche precedente di polizia- fornisce la sua versione dei fatti al Procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini. Il magistrato al termine dell’interrogatorio lo indaga a piede libero per omicidio preterintenzionale. E’ lui l’ultima persona ad aver visto Samuele De Paoli in vita. In questura viene pure visitato dal medico legale: le ferite sono compatibili. Dopo cinque ore di interrogatorio va al pronto soccorso: ha 4 costole rotte, tumefazioni al volto ed ecchimosi. Gli investigatori della mobile del vicequestore aggiunto Gianluca Boiano lo hanno trovato nell’arco di appena un pomeriggio. Testimonianze, video di sorveglianza, celle telefoniche. Tutto porta al 43enne con cui Samuele aveva pattuito una prestazione sessuale pochi minuti dopo le 20.30. Sono in macchina nella zona di campagna dietro i capannoni di sant’Andrea delle Fratte, nella Fiat Panda rossa di mamma, Samuele non ha ancora un’auto sua. Durante il rapporto iniziano a discutere. Secondo il racconto dell’indagato è Samuele ad aggredirlo violentemente e si difende. Nell’abitacolo, rimasto col sedile abbassato, la scientifica reperta ciocche di capelli e gocce di sangue. Il trans fa mettere a verbale che Samuele gli strappa i vestiti, lo picchia con un bastone, lo prende a pugni in faccia. E lui dice che nel difendersi gli ha stretto le mani attorno al collo, dove sono rimasti i segni. Secondo la versione dell’indagato la colluttazione inizia in auto, poi scendono e cadono insieme nel fosso. Il trans mostra anche le ferite dei sassi sulla schiena. Poi racconta di essersi liberato e di essere scappato via. Senza aiutare Samuele che chiedeva aiuto per uscire dal canale di scolo. Non è stato ancora stabilito cosa abbia eventualmente impedito al giovane di rialzarsi da solo. Il trans racconta di non aver assunto droghe con la vittima ma fa mettere a verbale di aver visto il giovane particolarmente su di giri. L’eventuale assunzione di stupefacenti, di cui avrebbero parlato alcuni conoscenti di Samuele, verrà accertata con l’autopsia.Che a questo punto diventa quanto mai dirimente. L’orario della morte del 22enne di Bastia Umbra infatti, da solo può confermare o smentire la versione del trans. Per non dire della causa del decesso. Al momento non individuato, data l’assenza di segni esterni tali da averlo potuto provocare. A sostegno della versione dell’indagato però c’è una testimonianza. E’ quella di un autista che l’ha accompagnato in via Sandro Penna e poi lo ha riportato a casa. Oltre a confermare gli orari e le condizioni in cui era il 43enne – che combaciano con la ricostruzione – racconta anche della chiamata a notte fonda, le due circa, quando Patricia gli chiede di andare ancora in via Gualterio, dove cinque ore prima ha lasciato Samuele, per vedere se è vivo. Lui glielo sconsiglia e non vanno. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le riprese
delle telecamere di video sorveglianza. Oltre a quelle di via Penna, che hanno immortalato Patricia salire sulla Panda, ci sono pure quelle di un casolare non lontano dal punto del ritrovamento del cadavere che hanno catturato gli
attimi concitati dell’accaduto. Sotto quegli alberi, dove Samuele è stato trovato nudo, si sa che vanno i trans coi loro clienti. I poliziotti intervenuti in forze mercoledì mattina sanno subito dove cercare. A sera in questura c’è la persona che ha passato con Samuele le sue ultime ore in vita. Racconta una storia. Che forse solo l’autopsia potrà confermare. O smentire.

Oggi alle 12 il conferimento dell’incarico ai medici legali. Da chiarire l’orario e la causa del decesso
Sono attese in serata le risposte dall’autopsia

L’incarico per l’autopsia sul corpo di Samuele De Paoli verrà conferito stamani alle 12 in Procura. Il Procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini, demanderà la verità scientifica al professor Mauro Bacci, al medico legale Sergio Scalise Pantuso e alla tossicologa, Paola Melai. Assieme a loro ci sarà anche la dottoressa Anna Maria Verdelli, nominata dall’avvocato Francesco Gatti, che difende l’indagato. L’avvocato Valter Biscotti, che assiste la famiglia della vittima, non nomina nesusno di parte. “Mi fido dei consulenti della Procura, sono professionisti di primo ordine”. In questo caso come in pochi altri l’autopsia sarà fondamentale per capire come e quando sia morto Samuele. E da questo deriverà pure la tenuta o meno della versione difensiva del trans indagato, al momento, per omicidio preterintenzionale.
Fra. Mar.

“La vittima è Samuele” E’ subito botta e risposta tra i legali delle due parti

L’avvocato della madre del 22enne trovato morto nel fosso replica al collega che assiste il trans indagato per omicidio preterintenzionale Il collega di lavoro “Non mi risulta facesse uso di droghe” – L’allarme
Mercoledì la madre non l’ha trovato a casa e ha fatto denuncia

di Alessandro Antonini e Francesca Marruco
PERUGIA “La vittima è Samuele, sia chiaro”: così Valter Biscotti, l’avvocato della madre di Samuele De Paoli, il 22enne trovato morto mercoledì mattina in un fosso in una strada di campagna a Sant’Andrea delle Fratte. Biscotti replica alle dichiarazioni di Francesco Gatti, che assiste il trans di 43 anni indagato per omicidio preterintenzionale. “Patricia è stata aggredita per prima e si è difesa”, ha sostenuto Gatti ripercorrendo le fasi della lite e della colluttazione a cui ha fatto seguito la morte del giovane residente a Bastia Umbra. Ma Biscotti ribadisce: “In questa tragica vicenda la vittima è Samuele, lo ripeto, che non si provi a far passare un’altra verità. Quelle che riporta il mio collega sono dichiarazioni fatte da una persona indagata per omicidio”, insiste Biscotti. Che chiede rispetto per tutta la famiglia: la madre Sonia e i due figli, fratelli di Samuele. “E’ una famiglia scossa da tutta questa storia. Una famiglia perbene, gente che lavora. Così era anche Samuele. Un ragazzo come tanti altri”, insiste il legale perugino. Sulle testimonianze di alcuni amici che riferiscono del consumo di stupefacenti prima dell’incontro sessuale, Biscotti è netto: “Quello che sappiamo è che non aveva dipendenze, almeno stando a quanto dicono tutti. Per lui parla il fatto che ha sempre lavorato e non gli sono mai stati sollevati problemi sul luogo di lavoro”, insiste l’avvocato. Questo trova conferma anche nelle testimonianze dei colleghi. “Ho lavorato con lui lunedì pomeriggio, era tranquillo. Se faceva abitualmente uso di droghe? Non mi risulta”, spiega un dipendente della stazione di servizio di Ospedalicchio. A Cipresso, la frazione di Bastia Umbra in cui vive la famiglia della vittima, la versione su Samuele è univoca: “Un ragazzo schivo, riservato, mite”. Il 22enne non aveva precedenti, né per droga né per risse o lesioni. Da due anni aveva smesso di giocare nel Bastia calcio proprio per dedicarsi al lavoro. Alla stazione di metano faceva turni al mattino e al pomeriggio. Martedì se l’era preso libero proprio perché doveva incontrare gli amici a Perugia. Poi, intorno alle 20, il passaggio in via Penna e l’incontro con Patrizia, il transessuale di 43 anni di origine brasiliana indagato dalla Procura di Perugia per omicidio preterintenzionale. Regge la versione della lite e della colluttazione, ci sono segni sia sul corpo dell’indagato sia su quello del 22enne ucciso, ma sulle cause del decesso si attende il responso dell’autopsia fissata per oggi. Quale che sia l’esito lascia una mamma con un dolore indicibile. Mercoledì mattina Sonia – una vita di sacrifici per tirare su i suoi tre figli – ha sperato fino all’ultimo che Samuele fosse solo a dormire altrove. Poi la chiamata dalla polizia e quell’incubo d’improvviso divenuto realtà.

Avviata la raccolta fondi per sostenere la famiglia

L’iniziativa alla Bocciofila e al Newbar di Cipresso – Uniti e benvoluti Amici e vicini di casa hanno lanciato l’idea

E’ iniziata ieri la raccolta fondi a favore della famiglia di Samuele De Paoli, il 22enne trovato morto mercoledì mattina a Perugia.Vicini e amici hanno deciso di raccogliere denaro per sostenere la madre e i due fratelli nelle
spese che sosterranno per le esequie, per l’indagine sulla morte del giovane e nell’eventuale processo.Le frazioni di Cipresso e Madonna di Campagna hanno attivato un fondo di solidarietà.Le sottoscrizioni sono aperte alla Bocciofila della zona e al Newbar. Quest’ultimo è il locale frequentato quotidianamente da Samuele. Anche martedì pomeriggio, giorno della sua morte, è stato visto lì. Per il decesso del 22enne ha proclamato il lutto anche il Bastia calcio, la squadra per cui la vittima ha militato per anni, prima di ritirarsi. A lutto anche il Rionne Sant’Angelo. Tutta la comunità ha subito il trauma della morte del 22enne.Samuele, la madre Sonia e i fratelli Alessandro e Davide erano
una famiglia “affiata e benvoluta”, spiega la titolare del bar di Cipresso. Stessi giudizi da parte degli avventori e dei vicini. Nessuno crede alla tesi che sia stato per primo Samuele ad aggredire il trans con cui poi ha
avuto la colluttazione. Un particolare sostenuto invece dall’indagato per omicidio preteritenzionale.

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