Bastia

«Tra gli amici di Filippo c’è chi non dice il vero» Indagati, s’allunga la lista

La follia di Ferragosto Omicidio di Bastia Umbra, le versioni dei ragazzi coinvolti non combaciano – Determinante il contributo di foto e video
della serata anche all’interno della discoteca

IL DRAMMA
BASTIA UMBRA Tra gli amici di Filippo Limini Senapa c’è chi non dice tutta la verità. A cinque giorni dalla morte del 25enne spoletino investito dopo la rissa esplosa fuori da una discoteca di Bastia, mentre si allunga l’elenco degli indagati, è questo il terribile sospetto che aleggia negli ambienti investigativi.Dall’alba di ferragosto, del resto, i carabinieri di Assisi – al comando del tenente colonnello Marco Vetrulli – non hanno mai smesso di raccogliere testimonianze, incrociare versioni e mettere insieme meticolosamente,pezzo dopo pezzo, le tessere di un mosaico complesso.Dopo la convalida degli arresti di Brendon Kosiqi, Denis Hajderlliu e Kevin Malferteiner,con il giudice Natalia Giubilei che ha ritenuto saldo l’impianto accusatorio, ma ha considerato adeguata (per scongiurare il pericolo di reiterazione del reato) la misura preventiva dei domiciliari, il fascicolo di cui è titolare il sostituto procuratore
Paolo Abbritti resta aperto.
NUOVI ELEMENTI
E si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari. Dai racconti forniti negli istanti immediatamente successivi alla morte di Filippo, ad esempio, sono emerse alcune discrepanze che hanno costretto alcuni testimoni a fare un ulteriore sforzo di memoria e ad essere più precisi.Altri, molto verosimilmente, saranno invitati a farlo. Nel percorso verso la ricerca della verità, del resto, anche per dare giustizia aun ragazzo di appena 25 anni uscito di casa per andarsi a divertire e mai più tornato, è necessario il contributo di tutti.Più testimoni, anche estranei fra loro, raccontano la partecipazione alla rissa di tante persone.Eppure più di uno, anche tra la comitiva vicina alla vittima, ha lasciato via Giontella quando Filippo era già a terra, maprima dell’arrivo dei carabinieri.Per ricostruire quei dieci minuti di pura follia, gli inquirenti stanno cercando di ripercorrere a ritroso tutta la serata.
FOTO E VIDEO
Per questo anche fotografie e video fatti la notte di ferragosto dentro quella discoteca, anche da persone assolutamente estranee all’accaduto, potrebbero fornire indicazioni inaspettate, per la presenza di dettagli o particolari a prima vista ininfluenti ma che potrebbero rivelarsi utili alle indagini.Qualche contributo, in questo senso, starebbe arrivando anche dai social.
Ilaria Bosi

I primi esami: «Traumi in ogni parte del corpo»

OGGI L’AUTOPSIA
PERUGIA Traumi all’addome e al torace, al cranio e agli arti. Fratture e lesioni da schiacciamento.Questo ha riscontrato la Tac total body effettuata sul corpo di Filippo Limini, il 25enne ucciso dopo una rissa fuori da un locale di Bastia la notte di Ferragosto. Un esame svolto dei consulenti tecnici scelti dalla procura (i medici legali Mauro Bacci, Paola Melai e Marta Bianchi) e propedeutico all’autopsia che, dopo diversi rinvii, dovrebbe tenersi oggi.Unesame, soprattutto,utile anche per capire la gravità dei traumi e valutarne le conseguenze, per accertare quanto abbiano influito il pugno e il calcio alla testa ricevuti e il passaggio dell’auto sul suo corpo una volta che era a terra. Particolari che possono fare la differenza anche rispetto alle accuse mosse ai tre ragazzi già arrestati il 15 agosto ed eventualmente anche in vista delle nuove responsabilità individuate dal lavoro certosino dei carabinieri della Compagnia di Assisi, guidata dal tenente colonnello Marco Vetrulli. Ai tre giovani di Assisi e Bastia, il pm Paolo Abbritti contesta la rissa aggravata e l’omicidio preterintenzionale,ma evidentemente non tanto per l’investimento con la macchina quanto proprio per lo scatenarsi della violenza con il gruppo rivale (di cui non sono ancora chiari tutti i contorni).Lo ha chiarito il gip Natalia Giubilei che ha concesso i domiciliari a Brendon, Kevin e Denis, spiegando come «ritiene condivisile, per lo meno allo stato degli atti e in mancanza dei risultati degli esami autoptici, la contestazione del delitto di omicidio preterintenzionale, tenuto conto della volontà di partecipare al delitto di rissa da parte di tutti gli indagati».
Egle Priolo

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