Bastia

Tra Assisi e Bastia Umbra «un’isola senza tasse»

Lo “Stato Smembrato” raccontato dai documenti del Cinquecento

FRANCO PROIETTI

Dagli “Statuti dell’antica Isola Romana”, ristampati nel Settembre 1773 per ordine degli allora Priore Benedetto Antonini, Paolo Donti e Stefano Castellini, su copia di quelli cartacei del 1622, apprendiamo che Bastia estendeva la sua giurisdizione di territorio anche su una zona di circa 3.000 e più modioli di terreno (10.483 Tavole), dove vivevano ” sopra 60 e più famiglie già collettate (raccolte) da questa Communità, come risulta dal pubblico Catasto del 1500″ Questo territorio era chiamato “Territorio Smembrato”.
Con un accordo precedente -1573 – era stato emanato un decreto relativo alle competenze territoriali dei Podestà di Assisi e di Bastia, redatto “in nome di Cristo e per il bene della pace e della concordia”. Per esso si era assegnato un primo nucleo di 6.217 modioli di territorio con confini ben definiti e che comprendeva anche i possedimenti dei cittadini assisani, forestieri ed ecclesiastici. I beni dei bastioli dovevano essere registrati nel Catasto di Bastia; gli altri in quello di Assisi ed i tributi dovevano essere pagati nel luogo di residenza del possessore. Ai bastioli era consentito di commerciare i propri prodotti sulla piazza del campo o nell’area antistante la Chiesa di s. Maria degli Angeli con l’esenzione di qualsiasi gabella, aggiustando pero le vendite con le misure ed i pesi di Assisi. Ma in seguito a causa di dispetti vicendevoli, si accesero contese e risse. Intervenne a tale scopo anche il provvidenziale S. Giuseppe da Copertino che fece siglare una pace nell’agosto del 1648. Mala tregua ancora una volta non si dimostro duratura.
Ma nell’ottobre del 1.666, dopo che anche Assisi aveva tentato di imporvi la sua giurisdizione “gravando quel popolo nelle imposizioni, oltre a quelle imposte da Bastia”, la S. Congregazione dei Buon Governo, alla quale si erano rivolti, con solenne ” istrumento, (rogato nel Convento di s. Maria degli Angeli, per togliere di mezzo le liti e controversie”, dichiaro quegli abitanti “Popolo Libero” da qualunque gabella e peso communitativo rispetto alle due Comunità”. Questo “Istrumento” fu rogato il 19 Ottobre 1666, dai due notai Francesco Ponti per la Comunità della Bastia e Pietro Cingolani per la città di Assisi, e da quel periodo, quel popolo mantenne il suo libero diritto anche dopo che Assisi, nel marzo 1759, ne aveva ritentato l’appello.

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