A colloquio con il sindaco Ricci: “Iniziativa importante perla città”
Il premio dedicato alle eccellenze della regione
ASSISI – Torna il Premio Rosa dell’Umbria. Nel percorso di avvicinamento alla serata che si svolgerà il4 dicembre al teatro Lyrick di Assisi, durante il quale saranno consegnati i premi della sesta edizione di cui è partner anche il Corriere, abbiamo chiesto un parere sull’evento al sindaco di Assisi, Claudio Ricci. Sindaco Ricci, che impressione ha avuto dalla sua prima esperienza nell’edizione 2009? “L’impressione è stata di un evento di grande qualità, come organizzazione e comunicazione della serata e ricerca di quegli umbri da riconoscere con un premio. Spesso – dice il primo cittadino – i premi sono estemporanei e privi di un’analisi approfondita nei confronti di quanti si stanno valorizzando, attraverso la propria attività o professione che si riconduce alla terra umbra. Questo premio va a cercare proprio le eccellenze umbre che lavorano in Umbria – ma anche fuori regione – per sottolinearne i valori e le capacità. Posso dire che la serata, anche per quello che riguarda i premiati, è stata frutto di una analisi qualitativa nella quale, peraltro, le stesse amministrazioni locali sono state coinvolte per le indicazioni dei candidati al premio”. “Il secondo aspetto interessante – prosegue Ricci – è che il premio va a ristabilire una relazione tra i risultati che si hanno nella propria vita, ma anche l’etica con cui tali risultati vengono raggiunti. Vi sono pertanto obiettivi che, parafrasando Sant’Agostino, nel loro conseguimento hanno bisogno anche di un pizzico di ‘santa vanità’, senza cui è difficile avere dentro sé stessi inneschi creativi, meraviglia, socialità, umanità e, comunque, tensione verso il loro raggiungimento. In sostanza ci deve essere una strada etica legata al rispetto degli altri e di una serie di valori alla base di questa nostra umanità legata all’importanza del lavoro, del sacrificio, del percorrere mai strade brevi, ma lunghe ed in salita che si possono raggiungere solo con lavoro e sacrificio”. Crede che anche una manifestazione come il Premio Rosa dell’Umbria possa essere rappresentativa di simili atteggiamenti?” Il Premio Rosa dell’Umbria va a cercare proprio tali esperienze e quindi, questi due aspetti ci hanno convinto che poteva essere un’iniziativa importante per Assisi. Soprattutto in un momento in cui, dopo 14 anni dedicati ai restauri post-sisma ed alle riqualificazioni urbane, da continuare per il completamento infrastrutturale del nostro territorio, Assisi dovrà guardare sempre più ad implementare questo hardware con nuovi contenuti che non sono solo legati all’Onu, Unesco e all’Europa, ma anche alla pace e al dialogo di matrice francescana oltre che alla specifica identità del territorio umbro ed assisano. Credo che, nella valorizzazione culturale bisogna lavorare proprio sul piano dell’identità culturale, poiché ci attendono momenti nei quali dovremo saper coniugare l’identità locale con la dimensione globale in termini di comunicazione. E allora, in tale quadro strategico, il Premio Rosa dell’Umbria ci sembra adeguato, poiché può anche aiutare l’Umbria a guardare ad obiettivi ambiziosi, come quello di candidarla a Capitale europea della cultura, che significa marketing territoriale, promozione e capacità di attrarre sul territorio investimenti, idee ed opportunità”. Lei, sindaco, ha fatto una disamina molto puntuale ed articolata della nostra realtà. L’idea di aprire il Premio Rosa dell’Umbria ai lettori del Corriere dell’Umbria, per l’indicazione di nominativi da premiare, rappresenta un ulteriore elemento di coinvolgimento dei cittadini umbri e dei lettori. “Penso sia molto positivo, poiché comunque lascia trasparire dal basso alcune indicazioni e personalmente credo molto in questa forma di partecipazione allargata e le nuove tecnologie ci portano alla consapevolezza di ciò che è vero e, in definitiva, quanto è davvero preciso e certificabile è proprio quello che tutti insieme pensiamo. Quindi tale coinvolgimento è molto positivo soprattutto in tema di candidature, salvo poi le valutazioni dirette della struttura del Premio”. Lo scorso anno il Premio Rosa dell’Umbria ha visto, per la prima volta, la partecipazione dei Lions. Una partecipazione che ha anche motivazioni o valenze che superano l’aspetto benefico di destinazione dei fondi raccolti. “Credo, com’è contenuto nell’acronimo Lions, che si uniscano spirito di servizio e l’intelligenza che va utilizzata per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Ma ciò sarebbe fortemente limitativo, se il nostro traguardo non va poi a coincidere con alcuni obiettivi ove l’intelligenza è anche messa a disposizione degli altri, delle nostre comunità. Direi che la partecipazione dei Lions dà a questo Premio anche tale prospettiva; l’utilizzo della propria intelligenza e del proprio lavoro per realizzare progetti importanti, nel quadro di una socialità e dell’utilizzo del nostro carisma per gli altri. Ritengo perciò che i Lions introducano tale approccio. Nella filosofia lionistica – aggiunge infine il sindaco Claudio Ricci – c’è infatti il perseguimento del proprio obiettivo personale, ma in una visione di servizio per gli altri, senza la quale anche i nostri progetti avrebbero scarsa durata e dunque tale presenza aggiunge anche questo aspetto al premio, poiché va a ricercare figure che, nel raggiungimento dei propri obiettivi, abbiano tenuto conto del quadro nel quale si muovevano e di quanto abbiano portato benefici anche alle comunità di riferimento”.
Corriere-2010-10-05-pag21
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