AGRICOLTURA Comincia oggi la grande kermesse che durerà fino a domenica
di Gaia Nicchi
BASTIA UMBRA -Una edizione “straordinaria” quella di Agriumbria 2016, la rassegna agricola e zootecnica che come ogni anno si svolge al centro fieristico di Bastia Umbra. Questa mattina il taglio del nastro, la chiusura domenica. Tante le attese, “più degli anni passati”, tiene a precisare il presidente di Umbria Fiere, Lazzaro Bogliari: “c’è stato un movimento di prenotazioni, di pullman e di scolaresche imponente”. Con evidenti e positive ricadute sull’indotto: “Abbiamo strutture ricettive al completo, nei dintorni di Bastia e Assisi, fino alle pendici di Perugia”. Per il presidente è anche “il segno della volontà delle persone a tornare alla normalità, dopo i recenti fatti internazionali”. Obiettivo primario di Agriumbria è la valorizzazione dei contenuti: “Il valore aggiunto della manifestazione sta nella capacità di confronto e discussione fra gli attori del settore. Pubblico e privato che dialogano insieme dando vita al palcoscenico delle idee, dei progetti, delle necessità”.E i temi sono molteplici e variegati, si va dal Piano di sviluppo rurale, alla sicurezza alimentare, passando per i giovani in agricoltura, fino alla qualità, la tracciabilità, la tipicità degli alimenti. “Vogliamo che sia una vetrina di prodotti e produttori del comparto agricolo e zootecnico, oltre che il luogo in cui gli operatori possano essere ascoltati. L’agricoltura è una economia primaria perla nostra regione,ma perché questo si concretizzi occorre che i Fondi europei vengano utilizzati non per la sopravvivenza delle aziende, ma per investimenti in innovazione e ricerca”. La dinamicità della fiera si percepisce ovunque: “è qui che si fanno gli affari grossi, non solo per chi vende macchine agricole,ma anche per gli altri espositori. Abbiamo ospiti stranieri dalla Mongolia e dall’Uzbekistan, una zona, quest’ultima, particolarmente ricca”. Sulla carta sembra tutto molto semplice, il format è ormai consolidato, è alla 48˚ edizione, eppure per Bogliari nulla è scontato: “Agriumbria è il risultato di un anno di lavoro, di contatti con le associazioni dei coltivatori, di visite nelle aziende. A lavorarci siamo appena in 6 persone, ma al momento della fiera attiviamo collaborazioni con un centinaio di persone”. Un movimento che porta nei 70 mila metri quadrati di fiera circa 80 mila persone, di cui 30mila solo nella giornata di domenica. Nel complesso, Umbria Fiere produce un volume di affari pari a 30 milioni di euro e la parte da leone la fa proprio Agriumbria”. C’è una domanda crescente di partecipazione: “Abbiamo circa 500 espositori per 2 mila aziende nazionali, ma altri 200 sono rimasti fuori e tra questi, molti sono meritevoli di attenzione”. Da qui il progetto di estendere l’area di Umbria Fiere oltre la riva del fiume Chiascio: “abbiamo 3 ettari di terreno che vorremmo utilizzare. Il Comune di Bastia Umbra dovrebbe pensare a una passerella pedonale, il resto lo potremmo fare con la Regione”. In fiera, saranno esposti circa 600 capi di bovini, di diverse razze,insieme a suini, ovini e migliaia di animali da cortile. Ci sarà anche il meglio dell’innovazione tecnologica per quanto riguarda la meccanizzazione agricola che, storicamente, segna un’alta concentrazione di operazioni commerciali concluse. La zootecnia sarà ancora una volta una delle protagoniste di questa edizione con mostre nazionali e interregionali, con rassegne e concorsi riservati a specie e razze che nel corso delle tre giornate si confronteranno per confermare l’elevato livello genealogico del patrimonio zootecnico.Previsti eventi tecnici e divulgativi che interesseranno l’intera filiera della zootecnia, dall’alimentazione fino alla ‘carne in tavola’.Confermata la collaborazione con Aia, con le Università e le Istituzioni pubbliche e private con cui proseguire l’iniziativa di consolidare il ruolo del “polo delle carni italiane”, promosso da Umbriafiere nel 2015.La mostra interregionale della Frisona italiana e la presenza di altre razze da latte rappresenteranno poi l’opportunità per tecnici e allevatori di valutare non solo gli aspetti morfologici dei capi, ma anche di confrontarsi per individuare le linee tecnico-economiche da adottare negli allevamenti. La presenza del Consorzio di tutela Igp Vitellone bianco dell’Appennino centrale consentirà di riaffermare l’elevato livello degli standard qualitativi garantiti da razze come la Chianina, la Marchigiana e la Romagnola, i cui allevamenti vengono sistematicamente controllati per verificare che venga applicato quanto previsto dal disciplinare di produzione. Diversi gli incontri divulgati vi previsti per oggi: si parlerà di “carne bovina”, di “Agro Innovation Tour”, di “Insetti: fonti proteiche sostenibili nell’alimentazione del pollame?” , del “Made in Umbria: exportiamo l’agroalimentare di qualità” e del “Psr Umbria: il primo insediamento peri giovani in agricoltura e agriturismo”.Negli incontri di domani, si parlerà di “Agricoltura oggi: le opportunità di reddito per l’impresa agricola”, della “Biodiversità negli avicoli e nei cunicoli con presentazione delle razze allevate in Umbria”; in programma il V convegno storico agricolo A.S.I., l’incontro tecnico con gli allevatori della razza Chianina,il seminario di lancio dell’ iniziativa fieristica “Cosinterra”. Mentre per la giornata conclusiva, si tornerà a parlare della biodiversità negli avicoli e cunicoli; si concluderà la presentazione delle specie e delle razze esposte, con la parata finale dei primi classificati per la razza Chianina.
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