Assisi Il dibattito
ASSISI – La mozione “test antidroga” per gli amministratori, discussa nella massima assise del 25 giugno scorso, è stata archiviata senza votazione dopo la richiesta di parere del segretario generale, dottoressa Bianchi: “Ovviamente, l’argomento non è di pertinenza del consiglio comunale, attiene alla sfera personale di ciascuno quindi, a mio giudizio, non deve essere neanche sottoposto a votazione”. Archiviazione che non ha scoraggiato i consiglieri di maggioranza Stefano Pastorelli e Lanfranco Lollini che, insieme al consigliere Simonetta Maccabei, intendono ripresentare la mozione visto anche che la discussione haanimato e spaccato il Consiglio. In caso di accoglimento, gli amministratori che avessero dato la propria disponibilità, si sarebbero sottoporsi al test senza preavviso, con chiamata a sorpresa dal laboratorio, il quale avrebbe poi comunicato l’esito in percentuale. “Perchè questo stabilisce la legge sulla privacy – aveva spiegato Pastorelli – poi, a nessuno è vietato rendere pubbliche le proprie analisi”. Sulla riservatezza del risultato, più che sul sottoporsi alle analisi, si era opposta parte dell’opposizione. “Basta una minima percentuale e il sospetto potrebbe ricadere su chiunque”, aveva affermato Claudio Passeri (Pd), condiviso anche da Emiliano Zibetti della maggioranza: “Se esce per esempio che lo 0,03% è positivo, per l’opinione pubblica sarà lo 0,03% del Consiglio a farsi una ‘pippatina’, quindi la responsabilità sarebbe condivisa e non è giusto per chi è pulito”. “Gioca di demagogia la filosofia che sta dietro a questa mozione e che conce-pisce l’impegno politico in un modo che non mi appartiene”, aveva sostenuto Antonio Lunghi dell’Udc. Se, in un prossimo Consiglio, la mozione dovesse essere approvata, in base a quanto già annunciato, in molti renderanno noto il proprio esito. Chi non si sottoporrà al test, per l’opinione pubblica avrà qualcosa da nascondere, per pochissimi avrà invece rivendicato il diritto di pro-testare contro quella che ad aprile il Prc aveva bollato come una mozione di “obsoleto stampo moralizzatore e liberticida”.
SILVIA BARTOCCI FONTANA