Ottimo risultato al campionato del mondo in Croazia
BASTIA UMBRA Storie di eccellenze si intrecciano nella Tap Dance. Laura Marini, 18 anni, da sempre appassionata di ballo racconta che iniziò a 5 anni, trascinata dalle ritmiche del funky e di Michael Jackson contagiata dalla passione del padre. Ora si ritrova medaglia d’oro di Tap Dance nella specialità Production dopo i campionati del mondo svolti in Croazia, a Zagabria, dal 23 al 26 novembre. La storia di Laura parte dunque da lontano, da quando ormai dieci anni fa decise di fare della sua passione, una vera attività a metà tra sport e danza. Tale è la Tap Dance che ha origini irlandesi lontane, ma che si diffuse soprattutto negli Stati Uniti a cominciare dagli inizi del secolo scorso e che incontrò sulla sua strada il senso del ritmo e la fisicità acrobatica degli afroamericani. Laura, dunque, ha cominciato la sua attività di danzatrice con un programma molto intenso di prove e allenamenti, supportata da una vera eccellenza del settore, la Jazz&Co Dance Studio di San Cesareo a Roma guidata da Graziella Di Marco indiscussa protagonista, tra l’altro madre di Emanuele e Leonardo D’Angelo, otto volte campioni del mondo e atleti della nazionale di Tap Dance. Grazie a Graziella Di Marco un gruppo di coreografi, ballerini e genitori si sono messi la lavoro per creare la coreografia vincente sul tema di Aladin, portata in pista da 34 danzatori sempre per la categoria Production. L’oro mondiale è arrivato dopo una serrata battaglia con altre Nazionali molto agguerrite tra cui quelle di Svizzera, Germania, Repubblica Ceca. Un risultato esaltante non solo per Laura Marini e la sua collega Chloe Franchini, 16 anni, anch’essa perugina, ma per l’intero settore della Tap Dance, tenendo soprattutto in considerazione che è arrivato dopo gli ultimi tre anni molto travagliati a causa della pandemia e dopo che la Germania ha annullato il campionato mondiale proprio a causa del Covid e che la Croazia ha raccolto il testimone ed è riuscita ad organizzarlo in tempi molto stretti. Va ricordato ad onor di cronaca che nello stesso campionato del mondo Emanuele e Leonardo D’Angelo hanno conquistato altri due ori di pecialità.
C.B.
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