A Bastia Umbra un incontro tra governatrice, sottosegretario all’Agricoltura e dirigente della multinazionale

E’ la cifra che Jti Italia ha destinato negli ultimi 10 anni al sostegno della filiera regionale

di Luca Bernardini
BASTIA UMBRA Innovazione, sostenibilità e impegno a favore della filiera del tabacco dell’Umbria. Questi gli obiettivi principali di Jti Italia, che si impegna, assieme a Deltafina, nello sviluppo di questo particolare settore agricolo. All’incontro di ieri, nella sede dell’azienda umbra a Ospedalicchio di Bastia Umbra, autorità private e pubbliche si sono riunite per celebrare l’accordo triennale tra Jti e Masaf (ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste), siglato a marzo 2023, per la fornitura di tabacco alla multinazionale dalle campagne italiane, principalmente quelle di Umbria, Campania e Veneto. Ed è proprio il Cuore verde, un territorio storicamente vocato alle colture tabacchicole, la regione che partecipa maggiormente all’accordo. “Negli ultimi 10 anni – conferma Lorenzo Fronteddu, direttore del Corporate Affairs di Jti Italia – sono stati investiti, principalmente in Umbria, circa 500 milioni di euro, comprensivi dell’accordo siglato quest’anno”. Un rapporto duraturo, che trova un ulteriore consolidamento con l’accordo Jti-Masaf, al quale ha contribuito la stessa Regione, l’Opta e l’Anci.“Collaboriamo con le città – continua Fronteddu – per portare in alto i valori della sostenibilità. Ci siamo stabiliti soprattutto nell’Alta valle del Tevere, dove la tradizione della coltivazione del tabacco è maggiormente radicata”. Un concetto rimarcato anche dal presidente di Opta, Libero Valenti, che aggiunge: “La produzione del prodotto è sempre stata importante per l’intero paese, una filiera alla quale partecipavano soprattutto le donne”. Se nel nord Italia erano infatti le risaie ad essere popolate dal popolo femminile, al centro la quota rosa si concentrava proprio nelle coltivazioni tabacchicole. Una storia che si ripete con Deltafina. Come confermato dal vicepresidente dell’azienda, Enrique del Campo, “Dei nostri oltre 435 lavoratori, più della metà sono donne. Un’organizzazione –conclude – che va avanti da 75 anni, e che necessita di accordi come quelli raggiunti tra Jti e Masaf per mantenere forte la filiera”.Proprio uno dei protagonisti della stipula, il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, sottolinea che “l’intera Italia è diretta protagonista del settore, essendo la maggior produttrice di tabacco in Europa. Proprio l’Unione Europea – continua – svolge un lavoro dannoso per la filiera nazionale. Oltre a curare la sostenibilità ambientale, da Bruxelles devono iniziare a pensare alla sostenibilità economica”. Un quadro confermato anche dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, che spiega: “Bisogna utilizzare delle misure che aiutino a mantenere la competitività delle realtà locali. E una di queste è proprio l’accordo firmato a marzo”. Il lavoro vuole quindi aiutare anche le imprese tabacchicole del territorio, che solo in Umbria sono circa 200. Come ricorda il vicepresidente Anci, Stefano Locatelli, “il Paese non è solo delle grandi città. L’Italia vive anche e soprattutto con i piccoli comuni, che restano vivi solo se particolari settori continuano a trainarli verso il futuro. Nel caso del settore del tabacco – conclude – ci rendiamo conto, dati alla mano, che stiamo parlando di una filiera fondamentale per l’Umbria”.
luca.bernardini@
gruppocorriere.it

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