Bastia

Strutture coperte per ogni rione

I rioni vogliono gli spazi per garantire la durata dei costumi e delle attrezzature


Una migliore campagna informativa per far conoscere la kermesse di settembre


Il protocollo del Palio di San Michele
Un accordo tra Ente Palio e Amministrazione, per dare maggiori garanzie

MAURIZIO TROCCOLI


Via ai preparativi del Palio di  San Michele Arcangelo di Bastia. Spuntano le prime indiscrezioni che riguardano le novità di quest’anno. Una novità che da anni tiene i protagonisti dei palio sulle spine che vorrebbero vedere la propria manifestazione supportata da una organizzazione di alto livello, capace di dare garanzie nel tempo, è in dirittura d’arrivo. Si tratta dei desiderati spazi al chiuso. di quelle strutture offerte ai vari rioni che permettono di realizzare abiti, carri. scenografie e costumi senza correre il rischio di vederseli rovinati dopo poco tempo. Infatti durante gli anni del Palio gli organizzatori sono stati costretti a depositare tutto il materiale raccolto in alcuni spazi all’aperto, esposti quindi all’intemperia con il risultato che l’intero lavoro svolto se ne andava in frantumi. Fatto questo che ha comportato un notevole spreco di risorse che così venivano dissipate, togliendo la possibilità del riuso di tali materiali e determinando un enorme lavoro in capo ai rioni che ogni anno dovevano ricominciare tutto daccapo. Grazie al protocollo che si firma oggi tra l’Ente Palio e l’Amministrazione comunale che da qualche anno riserva risorse per l’organizzazione, contrariamente a quanto avveniva in passato, i rioni potranno essere dotati, di strutture proprie. Un altro problema che potrebbe essere risolto oggi riguarda le attività di pubblicizzazione dell’evento, ovvero la campagna informativa che dovrà essere mirata ed efficace. Ma vediamo più da vicino cosa si nasconde dietro a questo evento che appassiona tanto i bastioli e che attira centinaia e centinaia di persone, affascinate dall’atmosfera suggestiva. dall’ambientazione di altri tempi. dal divertimento dei giochi e dall’aspetto bizzarro di quest’appuntamento che ogni anno si celebra nel mese di settembre.
Nasce nel 1963 in onore del patrono San Michele Arcangelo. proprio un anno dopo la consacrazione della nuova chiesa. La festa che prima si celebrava l’8 maggio fu trasferita al 29 di settembre. La città fù divisa in quattro rioni. Il rione Sant’Angelo che ha per stemma la porta medioevale ad ovest e per colore il giallo. Poi il rione San Rocco. di colore verde e per stemma la chiesa Di San Rocco. Quindi il rione Portella di colore blu e per stemma l’arco della Portella che guarda a nord. Ed infine il rione Moncioveta di colore rosso e con stemma la fonte di Moncioveta. La sfida consiste in più prove prima tra tutte la sfilata dei costumi e dei carri. che comprende anche teatro, scenografie e danze. Una sorta di musical che ogni anno ha un tema diverso. Seguono i giochi di piazza come il tiro alla fune e la corsa dei sacchi. Mentre in conclusione c’è la attesa Lizza, una staffetta che vede in gara i quattro atleti per una corsa di 370 metri per ogni concorrente. La somma totale dei punteggi determina il vincitore del Palio. La durata della festa va dal 20 al 29 settembre, periodo in cui le taverne che offrono prodotti tipici tornano aperte per tutte le ore serali nei rispettivi rioni. infine c’è da sottolineare che il Palio nasce grazie all’iniziativa della Parrocchia con il contributo dell’istituto Verità e Vita. Poi col passare degli anni é stato costituito l’Ente Palio. Negli anni gli organizzatori si sono scontrati con la scarsezza di fondi e a volte con l’assoluta mancanza della collaborazione delle istituzioni locali. Ora qualcosa sembra cambiare. C’è chi, con una punta di polemica, sostiene che “se cambiamenti ci sono sono dovuti al nuovo presidente che guarda caso è un ex assessore diessino. Ovvero rappresentante di quell’amministrazione che negli anni non ha riservato chissà quale attenzione all’organizzazione”. Per chi vuole saperne di più è possibile consultare il volume di Massimo Mantovani “Una Chiesa, una piazza, una città” del 1987.

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