Parlano i cittadini di Assisi e Bastia Umbra: tutti favorevoli alla multietnicità

“Nessun pregiudizio ma conoscano la nostra cultura”
“Quelli che hanno voglia di lavorare riescono sicuramente a integrarsi meglio nelle nostre citta”
Il Comune bastiolo organizza da qualche tempo corsi serali di lingua italiana


ASSISI/BASTIA UMBRA – Sportello immigrati, consulta degli stranieri e, manifestazioni culturali all’insegna della multi cultura.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nella zona di Assisi e Bastia Umbra i residenti extra comunitari si contavano sulle punta delle dita e Perugia, con le sua Università degli Stranieri, era una realtà ben lontana da quella locale. Oggi i cittadini assisani e bastioli masticano quotidianamente la convivenza con cittadini immigrati e hanno della loro situazione un’opinione più o meno consapevole della realtà. “Conosco un ragazzo dell’ est che vive qui con lo zio – racconta Cristina Mariottini – lavora sodo e invia i soldi alla famiglia che e rimasta presso la terra d’origine; persone dotate di un gran senso di responsabilità”. A furor di popolo, proprio il lavoro sembra essere una condizione sine qua non necessaria all’integrazione. “Secondo la mia esperienza – dice Gianluca Cianetti – albanesi e rumeni sono gran lavoratori, soprattutto corretti”. E anche Salvatore De Maio concorda nel sostenere che “sono gli immigrati che hanno voglia di lavorare che riescono a integrarsi meglio”. Ma, se è vero che il processo di integrazione, e quindi l’inserimento nel mondo del lavoro deve iniziare in qualche modo, Vanda Stella racconta come vanno le cose nel suo centro di volontariato di Bastia Umbra: “Noi siamo aperti tutte le mattine. Aiutiamo gli immigrati a stare in regola con i documenti e ha trovare occupazione. I primi tempi siamo loro particolarmente vicino, gli consegniamo anche dei pacchi di viveri pieni di prodotti che ci vengono donati dagli esuberi delle aziende alimentarilocali. Poi addirittura qualcuno ci chiede una mano per procedere all’acquisto di un domicilio”. Insomma in molti credono che gli immigrati, una volta giunti in Italia, si rimboccano le maniche e si costruiscono un avvenire. “Proprio come ho fatto io quando sono stata fuori nazione – ricorda la signora Olga Micheli –
ho dovuto affrontare mille difficoltà, ma sono stata sempre molto rispettosa della cultura del popolo che mi ospitava”. In fatto di cultura si apre il dibattito sul confronto tra popoli diversi. La signora Edwige Rossi pensa: “Sarebbe bella che gli immigrati potessero e riuscissero a frequentare degli incontri serali per scoprire quali sono le usanze locali, non solo in fatto di tradizioni, ma anche di semplice quotidianità”. Proprio a questo proposito, la signora Miranda-Vetturini intavola un ragionamento abbastanza articolato: “Il comune di Bastia Umbra organizza da tempo dei corsi non solo di lingua italiana, ma anche di cultura. Inoltre sono stati anche messi in piedi degli incontri relativi alla cura della càsa e alle leggi sulle norme di sicurezza da applicare all’utilizzo di elettrodomestici. Nel programmare tutto questo sono stati coinvolti esperti, compresi i docenti delle scuole medie inferiori. Il problema dell’integrazione quindi non ríguarda la mancanza di volontà da parte dei cittadini locali, né tanto meno da parte degli immigrati; ciò che complica tutto sono lé priorità, che sicuramente per chi viene da un altro paese in cerca di lavoro si traduce in occupazione, guadagno, ricongiunginiento con la famiglia”. Andrea Lombardi conclude ogni discussione ricordando che “l’immigrazione, e quindi la rappresentazione di etnie differenti tra loro, rappresenta sicuramente una fonte da cui potersi arricchire”.
Alberta Gattucci

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