Bastia

Strade choc, già 52 morti «Serve fare prevenzione»

L’ASSOCIAZIONE DELLE VITTIME CHIEDE INTERVENTI PER SPIEGARE AI GIOVANI

IL FOCUS
Il primo fu il camionista romeno ucciso lungo a E45 a Città di Castello il 4 gennaio. L’ultimo è Giovanni Spedaletti Trabalza, morto a pochi chilometri da casa a soli 18 anni lo scorso 9 novembre. Due storie, due drammi, che sono la prima e l’ultima delle 52 vittime della strada in Umbria in meno di 11 mesi. Un record terribile, se si considera che non c’erano stati così tanti morti sulle strade dal 2019, quando in un anno intero il computo delle vite spezzate si fermò a 51. Numeri spaventosi, anche guardando le statistiche del 2023 (quando furono 45) e del 2022 (49), mentre per il 2020 e il 2021 i dati – minori – furono condizionati ovviamente dal periodo del Covid e quindi da una fortissima limitazione del traffico stradale. Numeri che tornano purtroppo in mente quando si è appena celebrata la Giornata nazionale delle vittime della strada e Perugia e Torgiano hanno dato solo sabato scorso l’ultimo addio a Giovanni, una delle vittime più giovani. Tra le quali vanno ricordati anche Matei Achitei investito a 7 anni dal van del papà, Pierluigi Pescatori, il 17enne ucciso da un furgone a marzo mentre andava a scuola, o Ilaria Bertinelli, morta a Bastia tornando a casa. E ancora Gianluca Gagliardini, Francesco Migliorati, Antonino Giallombardo. E poi Alberto Baccelli, Mattia Trinari e Alexei Sirbu. E ancora, Matteo Scopaioli, Emanuele Picchio e Tanyu Kolev. Contando anche Soheila Darhui, la 65enne uccisa dalla sua auto sfrenata in via dei Filosofi. Proprio con Perugia che vede quadruplicare i morti lungo le sue strade: i 13 decessi lungo le arterie cittadine e dell’hinterland quadruplicano i tre dello scorso anno. Numeri che l’avvocato Damiano Marinelli, referente per l’Umbria dell’associazione Vittime della strada, ha già definito nei mesi scorsi come «una strage», quando i dati non erano ancora così devastanti. «Una strage – ha spiegato al Messaggero -da affrontare con rimedi non più ordinari, ma straordinari. Si parla di milioni per le strade, bene: si usino. Usiamo completamente i soldi delle infrazioni stradali per ripristinare uno stato sicuro della strade del circondario. A partire da quelle in cui ci sono stati morti». Non esiste una ricetta per la sicurezza sulle strade, ma per Marinelli sarebbe necessario muoversi anche sul fronte della prevenzione a lungo termine, con campagne sempre più numerose e puntuali nelle scuole in grado di rendere i giovani sempre più edotti circa i rischi di certi comportamenti e magari avere anche un ritorno all’interno delle famiglie». Contro eccessi di velocità e disattenzioni alla guida.
Egle Priolo

Exit mobile version