Bastia

Storia di amicizia e dedizione

Cultura, arte, festa, religione e tradizione sotto l’egida dell’Arcangelo

Quando un’intera città si trasforma in un teatro di idee e creatività, quando una piazza diventa un grande palcoscenico di spettacoli e gare sportive. Il Palio de San Michele è la straordinaria realtà della città di Bastia Umbra, nato nel 1962 quale sfida fra quattro rioni: Moncioveta, Portella, Sant’Angelo e San Rocco, in occasione della festa det patrono San Michele Arcangelo. Un’intera città trasmette per un mese i propri valori di appartenenza, la sua voglia di esistere, il suo bisogno di lasciare un segno nella memoria futura. E lo fa proprio attraverso il Palio, un connubio inscindibile di unità d’intenti, cuttura, arte, festa, religione e tradizione. La forza di questa manifestazione è l’unione generazionate: bambini, giovani e adulti partecipano per uno scopo comune, si scambiano idee e conoscenze, si confrontano e si appassionano insieme. Un mese intenso vissuto a contatto con persone che si conoscono da sempre ed altre che si imparano a conoscere, con le quali a volte ci si vede solo in questo mese. Lo spirito d’appartenenza al proprio rione e il desiderio di divertirsi trasformano il mese di settembre in un momento magico per Bastia, dove realtà e sogno si confondono fino ad esptodere la notte del 28 settembre quando si disputa la lizza e viene assegnato il palio.


La storta detta Lizza
In origine era l’unica prova prevista per l’aggiudicazione del Palio. L’Istituto “Verità e Vita” indisse per la sera di giovedì 26 Settembre della prima edizione una staffetta notturna tra i rioni, che venne denominata appunto “Lizza”. Il circuito, allargato rispetto all’attuate in piazza Mazzini, si snodava lungo tutto il centro storico delta città, in un tracciato in cui erano state posizionate le quattro batterie per il cambio dei podisti. Durante la staffetta veniva portata una torcia accesa la cui fiaccola aveva il cotore corrispondente a quello del proprio rione, come anche la casacca indossata datl’atleta. In quel primo anno vinse il rione Moncioveta. Al capitano fu assegnato in premio uno stendardo raffigurante il Patrono San Michele Arcangelo e inoltre il titolo e l’autorità di Capitano det Popolo per un anno.
Gtà dall’anno successivo, il 1964, il percorso della Lizza fu spostato in Piazza Mazzini, per permettere al pubblico l’intera vosione della prova. Con questa variazione, da iniziale gara di mezzofondo si è trasformata in gara di velocità sui 400 metri, regalando una maggior valore ed emozionalità ai cambi tra gli atleti. Infine, per motivi di sicurezza la fiaccola accesa fu sostituita con un testimone da staffetta.
Fino al 1966 il Palio de San Michele fu assegnato solo in base al punteggio della Lizza, solo dall’anno successivo divenne una delle quattro prove, disputata la sera del 28 settembre, necessarie per l’aggiudicaztone del Palio.
La lizza ha comunque mantenuto sempre ruolo significativo: all’inizio le fu assegnato un punteggio doppio, mentre dal 1974, in caso di pareggio nella somma finale delle competizioni, il regolamento prevede la vittoria per il rione che ha ottenuto un migliore piazzamento nella Lizza. Il fascino della Lizza sta nel clima che l’avvolge, capace di coinvolgere l’intero pubblico, regalandogli un’intensa emozione. Ultima delle prove per l’aggiudicazione del Palio, quasi sempre decisiva, essa è il frutto di mesi di preparazione e aspettative. L’atmosfera carica di ansia e di elettricità, si comprime in un silenzio irreale al momento della partenza, per poi esplodere in un enorme boato sino al traguardo, i cui echi si spengono solo, proclamato il vincitore, nelle taverne rionali alle prime luci dell’alba.



Le sfilate tra passato e presente
Quando si parla di Sfilata a Bastia Umbra non si deve pensare ai cortei storici o camevaleschi. Il motivo di questa denominazione è da ricercarsi nella tradizione del Palio de San Michele: nel 1965 l’ingresso degli stendardi rionati venne accompagnato da rappresentazioni di fatti di attualità su pianali mobiti, detti da allora “carri”, i quali con l’ausilio di trattori venivano fatti sfilare lungo la piazza cittadina. Con semplici mezzi si realizzavano scene allegoriche legate ad avvenimenti dell’anno. È l’inizio di una grande avventura per il popolo di Bastia, che accoglie con orgoglio questa nuova “arte” e cerca di dare un’impronta originate e significativa alta festa.
Dopo gli alti e bassi degli anni 70, la svolta decisiva avviene negli anni 90, quando, grazie alla Pro Bastia, l’entusiasmo generale riacquista vigore. Il regolamento svincola le Sfilate dalle tematiche attuati e ai rioni è data libertà di scegliere l’argomento. L’innovazione esalta subito la forma spettacolare e le Sfilate si trasformano in una cornice di travolgenti emozioni. Entrano così in piazza le prime scene coreografate, i grandi carri autonomi e gli allestimenti fissi sul sagrato della chiesa, che cambiano ripetutamente volto alla piazza-palcoscenico. La vivacità operativa è capace di coinvolgere per un mese intero tutta la città, che ormai dagli anni 90 porta in piazza veri spettacoli teatrali.

Le Sfilate oggi
Le Sfilate sono oggi un vero e proprio teatro popolare di piazza, che si avvale di  tutte le forme espressive. Sono concepite per essere drammatizzate nella piazza storica della città di Bastia Umbra, di cui l’elemento centrale è il sagrato della chiesa patronate. Piena voce è data sempre alte immancabili macchine sceniche, i “carri’, strutture interamente realizzate dalle persone dei rioni, con l’utilizzo di materiali differenti: ferro, legno, gommapiuma, senza limiti alla fantasia. I “carri” possono essere sia fissi che mobiti, ma la mobilità è senza dubbio la toro caratteristica principale. Assumono forme e funzionalità diverse in base alle esigenze delto spettacolo e sono in grado di modificarsi e muoversi con meccanismi tecnici. Entrano nella scena prendendo vita con giochi di luce ed effetti di grande impatto estetico ed emotivo. Attori, comparse e balterini sono per la maggior parte non  professionisti, ma giovani e adulti che sfidano se stessi cimentandosi nell’arte teatrale. Centinaia di uomini, donne e bambini di ogni età ed estrazione sociale recitano, danzano, mimano con grande professionalità e qualità scenica, tanto da essere molto apprezzati anche da personalità dello spettacolo a livello nazionale.


I giochi
Rappresentano la prima delle competizioni sportive del Palio de San Michele che vengono disputati la sera del 26 settembre. Nati nel 1967 con una semplice “Gimkana”, corsa da tre concorrenti per rione su tre mezzi diversi (in bicicletta, sui pattini, a piedi) su un tracciato con otto difficoltà, nel 1969 divennero “Giochi senza barriere”, o semplicemente “Giochi” sul modello dei giochi senza frontiere che stavano appassionando tutta l’Italia.
Sono quattro le gare in cui i quattro rioni lottano per il primo posto, tre di tipo tradizionale e una più moderna: Corsa con i sacchi, Tiro alla fune, Palo della cuccagna e Il muratore. Ai Giochi possono partectpare esclusivamente i residenti nel Rione per il quale intendono competere, che abbiano compiuto i sedici anni di età.
La classifica generale fino alla scorsa edizione vede al primo posto il rione Moncioveta con 17 vittorie, segue Sant’Angeto con 16, terzo il rione Portetla con 6 e quarto il rione San Rocco fermo a 4 successi. Portella e San Rocco rimandano da tempo il successo in questa competizione: i blu non se lo aggiudicano dal 1990, mentre i verdi dal 1980.

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