Bastia Il Comune: ridurre i costi di apertura della sede municipale e tutelare i dipendenti. Prc: scelta incomprensibile
Pd all’attacco: restrizione dei diritti dei cittadini, mancano valide motivazioni

di MASSIMILIANO CAMILLETTI

BASTIA UMBRA – A Bastia non sarà più possibile sposarsi in Comune di domenica. Lo ha deciso, a maggioranza, il consiglio comunale nel corso dell’ultima seduta.
Due i motivi alla base di questa modifica apportata al regolamento perla celebrazione dei matrimoni con rito civile: i costi di apertura della sede comunale e i diritti dei pubblici impiegati. La decisione non manca di suscitare l’indignazione
delle forze di centrosinistra bastiole. Il gruppo consiliare del Partito democratico esprime “stupore e preoccupazione” nel vedere che “l’azione di governo dell’amministrazione Ansideri è assorbita da proposte sostanzialmente inutili e distratta dalle reali esigenze e necessità di intervento di cui la città e i cittadini hanno bisogno. La modifica del regolamento è una restrizione del diritto alla scelta del matrimonio civile, che mette in discussione la laicità dell’ente comunale. A nostro parere rendere impossibile la celebrazione del rito civile, nei giorni festivi e di sabato pomeriggio, genera disagi a chi sceglie tale formula per intraprendere un percorso di vita legittimo e riconosciuto dalle nostre istituzioni. Ci chiediamo perché la riduzione dell’offerta di tale servizio sia stata presentata come una necessità di economicità senza darne una dettagliata motivazione rispetto ai costi reali e all’incidenza sul bilancio”.
Non comprende la scelta nemmeno l’esponente di Rifondazione comunista Amelia Rossi: “A parte il fatto che ci sembra assurdo vietare alle coppie la possibilità di sposarsi con rito civile di domenica, non si capisce il perché di un provvedimento di questo tipo a Bastia, dove da sempre le sale comunali sono utilizzate, in mancanza di altri spazi adeguati, per riunioni serali, incontri, conferenze stampa, anche al di fuori degli orari di apertura degli uffici. Se negli ultimi dodici mesi soltanto una coppia si è sposata di domenica è evidente che le maggiori spese a carico del Comune sono del tutto irrisorie e pretestuose. Per quanto riguarda i diritti degli impiegati crediamo che gli interessi del pubblico impiego da tutelare sarebbero ben altri, come dimostrano anche i recenti scioperi contro la manovra finanziaria del governo Berlusconi. Da un lato, con il decreto Brunetta, si demonizza l’intera categoria dei pubblici dipendenti, dall’altro questi ultimi si usano quando occorre, quando fa comodo. Siamo convinti che tutelare i dipendenti comunali non significhi non farli lavorare una domenica all’anno o fargli fare i ponti, come quello di lunedì 7 dicembre, che ha causato disagi a diversi cittadini che hanno trovato chiusa persino l’anagrafe, ma contrastare le politiche populiste contro i “fannulloni” garantendo al meglio i servizi di cui la comunità ha bisogno”.

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