Un giro di opinioni tra Assisi e Bastia. Umbra. D’obbligo gli sconti almeno del 50%

L’abbigliamento registra i risultati migliori ma non c’è stata la “corsa”


ASSISI – Sarà la crisi economica, il calo di presenze, ma nel comune serafico i saldi funzionano poco. La critica maggiore, secondo i commercianti, sono i tempi: sono arrivati alla fine delle feste natalizie. “I saldi hanno un senso se servono veramente a terminare gli stock, quello che resta in magazzino alla fine della stagione – spiega Manuela Mariani del negozio di abbigliamento “Fiori di Tiglio” – secondo il modo in cui i saldi sono effettuati oggi, lo stesso capo a distanza di due giorni si paga la metà”. Lavorare con le persone del’ posto sembra essere la linfa vitale di attività che scelgono di non dedicarsi ai souvenir; soprattutto in centro, i negozi di abbigliamento e accessori risentono della mancanza di presenze e del turismi) sempre più “mordi e fuggi”.
“Subito dopo la fine delle feste, le presenze sono crollate – dice Marcella Dominici da “Studio”, attività di oggettistica, accessori per la persona e la casa – questo provoca un blocco dell’attività, in un periodo che normalmente non e tra i piu rosei per le vendite”. Una
politica di saldi forti è riuscita invece a far tenere il negozio di abbigliamento “Nikita Assisi”: “Non è andata malissimo, ma le vendite si sono concentrate dopo il Natale, con il prezzo scontato – dice Adriana Scarpelloni – però abbiamo dovuto fare subito sconti forti, il 50%, mentre nelle altre stagioni si cominciava con il 20, 30%. Bisogna accontentarsi, anche perché negli ultimi anni la città è andata sempre più impoverendosi, a causa di scelte sbagliate”. Chi sembra aver approfittato di più dei saldi sono i clienti, che hanno aspettato
a fare i acquisti fino all’arrivo degli sconti. “Ho comprato molto in saldo – dichiara Caterina Carli -aspettando che passasse il periodo di Natale. E’ possibile acquistare capi di qualità alla metà del prezzo dopo poco, è meglio avere un po’ di pazienza”.


Anche a Bastia Umbra, dopo la prima settimana, l’effetto saldi sembra essersi mitigato: “Nei primi giorni di gennaio c’è stato il cliente a caccia di offerte sui pezzi stagionali” considera Angelo Carena di Carpel “ma in fondo la mia attività non vive proprio del periodo di sconti; ho la fortuna di vantare clienti abituali che mi seguono oramai da anni”. Una punta di difficoltà rispetto al solito l’ha riscontrata, invece Marisa Apostolico di “Righi”: “Rispetto agli anni precedenti, il flusso di clienti, sostanzioso nei primi giorni degli saldi, si è leggermente arrestato. Complessivamente diciamo che i clienti del saldo sono stati un 40%, rispetto a un 60% di persone che si servono abitualmente da noi. Comunque, considerando il clima generale di crisi, si puo dire che le vendite sono state buone”. Opinione leggermente differente di Franco Monacchia di “Memmo”: “Sebbene continui a rinnovarsi nel tempo, la nostra clientela è sostanzialmente abituale. Tuttavia, c’è da ammettere che dicembre non sia andato proprio benissimo e che, invece, i saldi abbiamo registrato un lieve incremento di flusso dei clienti rispetto agli altri anni. Nessuna soddisfazione quindi per le cassandre che volevano difficoltà di vendita a tutti i costi. Nella complessità dei clienti del saldo, posso testimoniare la presenza di un 20% di stranieri”. Stagione di saldi regolare secondo Francesca Bianchi di “Forma”, che rivela addirittura di approfittare del periodo degli sconti per introdurre i nuovi arrivi: “Spesso i clienti entrano attratti dai prezzi ribassati e poi escono dal negozio con un capo della nuova collezione”.


Valentina Antonelli
Alberta Gattucci

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