Bastia

«Spegnete la tv per un mese»

Il fotografo di fama mondiale Oliviero Toscani ha lanciato a Bastia un appello e una provocazione


Grande giornata con ospiti prestigiosi e infine musica marocchina in piazza


MATTEO BORRELLI


Bastia Umbra
E’ stata un’altra ricca giornata di informazione quella svoltasi ieri a Bastia. I grandi ospiti chiamati da Oicos a trattare il tema “Il senso della terra” hanno richiamato come previsto un pubblico numeroso e curioso. La giornata di apertura aveva visto gli interventi di Paolo Portoghesi, Fulco Pratesi, Francesco Dal Co, Erri De Luca e Oliviero Toscani. E c’è da dire che è stata davvero esilarante la serata col fotografo di fama internazionale  che si è generosamente concesso al pubblico fino a tarda notte. Oliviero Toscani ha parlato soprattutto di tv, dei guasti che la televisione provoca sulle menti umane. E mentre alle sue spalle scorrevano le sue foto ha invitato tutti i presenti ad astenersi per almeno un mese dal vedere i programmi televisivi. “Spegnere la tv per almeno trenta giorni – ha detto – e vedrete i risultati”. Toscani ha insistito molto su questo concetto. “Tutti quelli che vivono attraverso lo schermo e non guardano ciò che gli sta intorno, alla fine perdono il contatto con la realtà. In questi ultimi anni l’uomo ha perso soprattutto il contatto con la terra. E se oggi non si produce nulla di bello è anche per il fatto che tutto è diventato virtuale e si sono alterati i ritmi temporali e le sensazioni fisiche”.
Soddisfatto Paolo Ansideri, presidente di Oicos Riflessioni, che, dopo l’incontro in mattinata con Roberto della Rocca, che ha relazionato alle 11 presso il Cinema Esperia sul tema “Il senso della terra nell’Ebraismo”, si è dedicato a seguire da vicino l’intenso programma del pomeriggio.
Si è iniziato con la presentazione del libro “Il signore della paura. Tre cavalieri verso la Samarcanda di Tamerlano”, edito da Mondadori; a parlarne l’autore Franco Cardini, ospite speciale dell’area intitolata “Narra la terra”. E’ questo lo spazio che si trova nella piazza Mazzini di Bastia Umbra, di fronte al Central Bar, dove a rotazione i conferenzieri che lo gradiscono si ristorano dopo aver esplicato le proprie tematiche di competenza al grande pubblico e si concedono per chiacchierate più intime, sebbene comunque aperte a tutti gli intervenuti.
A seguire nel pomeriggio e in serata si sono succeduti Mario Cucinella con “More with less”, Franco Cardini (Storia) con “Geografia, popoli e storie”, e alle 21.30 Giulio Giorello con Terra, Natura, Mondo).
Attesissime le conferenze di oggi, che si succederanno nell’ordine seguente: – ore 10 Mohammed Abdel Qader con “Il senso della terra nell’Islam”; ore 11,30, Antonio Pieretti con “La terra: una sfida per l’uomo?”; ore 16 Franco Purini con “Scritture terrestri”; ore 18 Mario Ruggenini con “La verità della terra”. L’intenso programma di oggi si concluderà questa sera con il “Concerto dal Marocco” ad opera del gruppo musicale Festival Marrakech, che per la prima volta si esibisce in Italia. L’appunta-mento si terrà presso la piazza
Mazzini di Bastia Umbra alle ore 21,30. E’ il caso di ricordare che Oicos 2007 è anche esposizioni fotografiche, artistiche e di discussione. Sono state allestite aree di particolare interesse per i più giovani. Vale a dire il laboratorio linguistico, le manipolazioni con la terra, la riproduzione dei fossili e la visita del lago artificiale ricostruito in piazza Mazzini. Per ciò che riguarda il laboratorio linguistico intitolato “Lingue e giochi dal mondo”, piazza Mazzini e Piazza Umberto I, sono diventati una scuola sperimentale di confronto di culture diverse. E’ ambizioso il progetto promosso da Oicos Riflessioni, che va a di-mostrare come in una realtà multietnica come Bastia Umbra sia possibile realizzare progetti che fanno da collante tra la popolazione autoctona e quelle ospiti nel territorio. Negli stand dedicati a “Lingue e giochi dal mondo” si terranno delle vere e proprie lezioni di approccio alla lingua, coordinate dalla Ludoteca Comunale di Bastia Umbra. Stessa cosa vale per l’approccio alla mostra dei siti di geologia e paleontologia dell’Umbria dedicata al Parco del Monte Subasio, Dunarobba e Pietrafitta; lì i ragazzi potranno sperimentare come nascono i fossili e come si formano i minerali, supportando i momenti di apprendimento a dimostrazioni e manipolazioni con la terra.



La cultrura universale salverà il mondo”


MASSIMO OPHENEIM


BASTIA UMBRA – Paolo Ansideri, presidente di Oicos Riflessioni, rivela in anticipo alcuni stralci della conversazione che terrà domani in piazza Umberto I a Bastia Umbra alle 11.30 con Kaled Fouad Allam, ospite dell’Oicos Festival, dedicato a “Il senso della terra”, che si tiene in questi giorni al centro di Bastia Umbra.
Ansideri ha chiesto a Fouad Allam alcune anticipazioni su il titolo della sua conferenza che è “Ragion araba” e nello specifico gli ha chiesto: Come possiamo identificare la ragion araba e le linee di differenza che intercorrono tra un’eventuale ragion araba e una ragion d’occidente? Questa impostazione è corretta?
“La questione della ragion araba – risponde Kaled Fouad Allam – è in realtà la questione di chi ha una ragion araba che si è persa nel tempo, nel senso che è tutta la strada della filosofia araba che lentamente aveva cercato di utilizzare la filosofia aristotelica attraverso i grandi traduttori della scuola di Toledo in realtà si è completa-mente disseminata nel tempo ed è scomparso all’orizzonte il pensiero arabo. Non è assolutamente un caso che il mondo mussulmano si ripiega su se stesso poi diventa fondamentalista proprio quando la grande tradizione culturale abbandona più o meno in modo definitivo, perché le ragioni sono molto complesse, il suo collegamento che si va a sostituire con la filosofia greca. A partire da questo momento in un certo senso rischiamo una forte opposizione tra la ragione umana, la ragione araba e la ragione divina, dando prevalenze a una lettura e una visione fondamentalista di ciò che è l’universo religioso”.
Ansideri poi gli ha chiesto: E’ ipotizzabile una qualche razionalità, un essere razionale, un ragionare che si ponga in modo diverso, in diverse modalità del suo espletarsi, cioè uno svolgersi della razionalità che metaforicamente è diverso nelle due sponde del mediterraneo, quindi un ragionare o una mentalità araba, per cui ciò che è consequenziale, quello che è razionale, che ha una sua consecutio, ha una sua modalità e sviluppo nelle sponde del mediterraneo, quindi nella ragione araba?
“Ma probabilmente – dice Kaled Fouad Allam – la razionalità e la ragione araba ovviamente utilizzano, culturalmente parlando, degli elementi che sono diversi da una razionalità di tipo, cartesiana oppure da una razionalità di tipo indù, o giapponese. Questo è normale, anche perché la geografia culturale, mentale è diversa, comunque gli orizzonto sono diversi, però non cambia niente per la razionalità. La razionalità è razionalità, come l’universalismo è l’universalismo; bisogna stare attenti a non culturizzare troppo la ragione, la razionalità, perché il rischio sarebbe quello di dire che gli uomini totalmente diversi gli uni dagli altri e non possono assolutamente comunicare. Questo è quello che sta venendo in questo momento perché col culturalismo, con la religione di tipo comunitarista si sta costruendo una specie di universo o di fenomeno molto pessimista, che impedisce di trova-re il senso, il significato di ciò che è la complessità umana”.
Quindi possiamo sostenere che c’è un’universalità, una razionalità e categoria di natura universale che però si espletano culturalmente in modo diverso, che è questo probabilmente quello che intende sostenerci?
“Sì, l’acqua è sempre l’acqua; vale a dire può avere un supporto che sia un lago, un mare, ma è sempre acqua. La metafora ha per significato essenziale di dire non perdiamo di vista l’idea di universalismo. Da qualche parte si nasconde un punto focale nel quale l’uomo è l’uomo. L’oggetto che contiene l’acqua può essere diverso, però l’acqua è sempre l’acqua”.
E questo contenitore sono le culture del mondo?
“E questo contenitore sono le culture, le lingue, le geografie”.
E i valori che poi ovviamente sostengono queste culture?
“Sì, certo”.

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