Bastia

Spedizione punitiva per l’estorsione

Le indagini dopo il pomeriggio di paura tra coltellate e blitz dei carabinieri
 
La vittima rinchiusa in auto: botte per avere i soldi



  BASTIA UMBRA – Non una guerra tra bande. Piuttosto una spedizione punitiva. Botte per avere soldi. Quattrini che chiamano quattrini. Se siano legati ad affari sporchi sarà l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Manulea Comodi, ad accertarlo. Un arresto, sette denunce, qualche altra persona ricercata e un ferito. Sono (sarebbero) i numeri di una gigantesca operazione che i carabinieri hanno messo in piedi tra , il ponte sul Chiascio e il villaggio XX Aprile. Una trentina di uomini, 14 auto e per mezzo pomeriggio scene da incubo per chi si è trovato a passare in zona. O per i commercianti che, come qualcuno ha raccontato, ha visto scattare le gazzella dei carabinieri su un paio di avventori (rumeni come gli altri e tutti, sembra, col permesso di soggiorno) una volta che questi avevano lasciato il locale. Erano due dei rumeni finiti nella rete tesa dai carabinieri. Per arrivare a scoprire non soltanto l’estorsione. Ma forse qualche cosa di più grosso. Certo, la caccia a chi ha innescato la rissa. Certo, la caccia a chi non ha esitato a tirar fuori il coltello. Ma forse sotto c’è dell’altro. E , forse, potrebbero essere le parole della vittima dell’estorsione a dare una svolta all’indagine, a far chiudere il cerchio di un lavoro che anche ieri ha tenuto impegnati i carabinieri della Compagnia di Assisi e della stazione di Bastia Umbra. Sempre che, dopo le botte, le minacce non lo convincano a non raccontare tutto. A tenere stretto il segreto di quella spedizione punitiva. A non ricordare dove sia stato portato, dentro a una macchina, per convincerlo a pagare. Per tirare fuori i soldi. Ma perché? Quale era il motivo del ricatto? E’ questo che stanno cercando di scovare gli inquirenti. Che continuano ad ascoltare persone, vagliare posizioni. Magari affidandosi anche alla tecnologia, al controllo dei tabulati telefonici per capire le pressioni sulla vittima e per capire come sia stata organizzata la spedizione punitiva che ha fatto scintillare i coltelli.

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