ASSISI LA DENUNCIA DEL SEGRETARIO SIULP, MASSIMO PICI Il sindacato di polizia: ‘Al lavoro in condizioni proibitive’ LA POLIZIA, ad Assisi, «c’è ma non si vede». «Sono dieci anni che gli agenti sono costretti a lavorare in ambienti angusti» e «se in tempi brevi non si sarà trovata un’alternativa» il sindacato Siulp proporrà al ministero di «chiudere il commissariato». La «minaccia» muove da considerazioni pratiche: per raggiungere la sede con la macchina si passa per «una stradina stretta e insidiosa», tra le altre cose dove sono già avvenuti «numerosi incidenti». Quindi ecco «una ripidissima rampa, che non ha niente da invidiare a quelle del salto con gli sci, specialità dei giochi olimpici invernali». Un altro problema è rappresentato «dal proliferare incontrollato della vegetazione», per «tagliare quelle fronde che sporgono e che hanno sommerso le telecamere di videosorveglianza», servirebbe «un machete». La vegetazione — scrive in un comunicato il segretario provinciale del Siulp, Massimo Pici — sta per invadere il piazzale dove vengono parcheggiate le auto di servizio, lasciate fuori di giorno e di notte sia d’estate che d’inverno», perché non c’è né un garage né una semplice tettoia. Una volta entrati nel commissariato ci si accorge che «gli uffici sono piccoli e scarsamente illuminati, tanto da dover tenere perennemene le lampadine accese». Le scartoffie «invadono ogni angolo, persino i corridoi», in alcune stanze «debbono convivere cinque poliziotti». Altre invece, «che avrebbero dovuto essere destinate a sgabuzzino o ripostiglio» sono uffici ed archivi. «La vigilanza sanitaria ha prescritto agli operatori di non trattenersi all’interno per più di trenta minuti continuativi, e addirittura per alcuni locali di limitare la presenza al tempo strettamente necessario per il prelievo o la consultazione degli atti». «L’unica stanza nella quale non vi è necessità di illuminazione artificiale presenta il problema dell’eccessivo irraggiamento solare — prosegue la nota —. I colleghi per resistere alla canicola hanno dovuto stendere una corda lungo la finestra e attaccare dei teli di stoffa».
«DA DIECI ANNI gli stessi colleghi chiedono di poter lavorare in un ambiente decente ed in condizioni di decoro». Il Comune, «che vanta diverse proprietà immobiliari, ha mostrato notevole interesse per la situazione del commissariato ma purtroppo solo a livello verbale». «Sono due anni che viene sbandierata la risoluzione della questione», ma se non si arriverà a niente di concreto «proporremo di chiudere il commissariato».
di ENZO BERETTA