La sentenza del gup di Grosseto

MONTE ARGENTARIO – Tutto comincia dal campo di calcio di Bastia Umbra, dove un uomo -dell’Argentario – acquista della cocaina in due occasioni da due albanesi del luogo. Ma non la paga.Non ha i soldi in quel momento.Lo farà quando li avrà e così accumula duemila euro di debiti. Per una serie di circostanze, tra le quali l’arresto di uno degli spacciatori,il debito non viene pagato. Ma qualcosa cambia. E i pusher vogliono indietro il denaro.Il fatto Il 16 settembre del 2007 Bashkim Halilaj (30 anni) e Amarildo Bici (35), i due pusher albanesi fanno visita al cliente debitore a Monte Argentario. Bussano alla porta e prima vengono allontanati con una scusa, poi al loro ritorno irrompono in casa, portano via il debitore e lo minacciano per avere indietro i soldi. L’incubo termina grazie all’intervento dei carabinieri della compagnia di Orbetello.Intorno alle 22,30 arriva infatti al 112 una telefonata con richiesta di aiuto di una ragazza di Porto Santo Stefano, la quale riferisce che poco prima due uomini si sono introdotti nella sua abitazione e hanno portato via con la forza il ragazzo che convive con lei. I carabinieri iniziano le ricerche. Per telefono riescono a raggiungere il sequestrato, che nel frattempo dopo le minacce dei due si è recato a casa per ritirare dei documenti di un’auto da dare loro come pegno in attesa dei soldi della cocaina. I militari lo invitano a rimanere chiuso nell’appartamento sino all’arrivo dei loro colleghi. Nel frattempo altri carabinieri rintracciano i due albanesi nella loro auto parcheggiata nella via dove risiedono i due conviventi a qualche decina di metri dall’abitazione. Ai due all’interno dell’auto sequestrano una pistola giocattolo e utilizzata per minacciare il ragazzo e naturalmente scattano le manette.Il processo La posizione di Bici è stata stralciata e la prossima udienza è in programma a giugno del prossimo anno.Halilaj, invece, difeso dall’avvocato Marco Calò sostituito poi da Melania Renaioli, ha chiesto di poter procedere con il rito abbreviato. L’albanese di Bastia Umbra ha dovuto rispondere delle accuse di violazione di domicilio (in quanto è entrato in casa per ‘prelevare’ il cliente moroso), violenza privata (per aver spinto il cognato del cliente, presente in casa,e costretto a star fermo sul divano in attesa che terminasse il “blitz”), per sequestro di persona (per aver afferrato per la gola e caricato in auto il cliente nell’auto) e per estorsione (per chiesto come saldo parziale dei debito i documenti dell’auto). Il giudice dell’udienza preliminare, Pietro Molino, ha respinto l’ipotesi della difesa: ovvero che i due fossero andati a casa del clienti per alcuni documenti di un’auto da vendere e ha proceduto al giudizio del trentenne.Il pm Giuseppe Coniglio ha chiesto cinque anni, l’avvocato il minimo della pena. Il gup ha condannato Halilaj a quattro anni e sei mesi e 450 euro di multa.Inoltre il trentenne albanese è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni.
Pasquale Sorrentino

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