BASTIA UMBRA DOPO L’ENNESIMA ORDINANZA Il responsabile municipale all’ambiente tranquillizza E’ LA TERZA ordinanza sindacale in meno di un anno emessa da Stefano Ansideri, primo cittadino di Bastia, per vietare l’uso idro-potabile dell’acqua dei pozzi privati in varie zone del territorio comunale. Una tale frequenza di provvedimenti non ha precedenti se non quelli relativi all’inquinamento dei corsi d’acqua, in particolare del fiume Chiascio più volte oggetto in passato d’inquinamento per scarichi industriali illegali. La contaminazione delle acque sotterranee, invece, ha avuto diversa evoluzione. Gli allarmi di un anno fa furono generati da dispersione di liquami di allevamenti suinicoli e riguardavano un’area limitata tra Costano e San Lorenzo. Poi, la seconda fase con estensione fino alla superstrada e a Cipresso, che ha interessato un numero di famiglie più elevato, è stata determinata da prodotti probabilmente provenienti da lavanderie o da officine meccaniche. Di analoga natura anche quello dei giorni scorsi probabilmente generato nel territorio di Assisi, o meglio di Santa Maria degli Angeli, che interessa Bastia in maniera marginale. Questi gli accertamenti compiuti dall’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente), che tiene sotto controllo costante il territorio attraverso il monitoraggio di 100 ‘pozzi civetta’. Il Comune di Bastia che fa per salvaguardare l’ambiente e la salute dei propri cittadini? «Interviene con puntualità con le ordinanze sindacali — spiega l’assessore all’ambiente Francesco Fratellini (nella foto) — e invita i cittadini a far uso dell’acqua della rete idrica pubblica». E nei casi in cui l’allaccio all’acquedotto è problematico e molto costoso? «Ci siamo attivati da tempo per favorire queste situazioni particolari chiedendo all’Ato e alla società Umbra Acque, che gestisce il servizio, di praticare prezzi agevolati. Un accordo in tal senso è stato raggiunto per i residenti in via Sant’Elisabetta a Costano, con un risparmio negli allacci di almeno il 30%». Esiste la possibilità di tornare ad una situazione di normalità? «La risposta è difficile — rileva Fratellini — perché il futuro non dipende solo dai nostri comportamenti. I rischi di inquinamento sono notevoli in tutta la valle umbra; per parte nostra invitiamo tutti i residenti a dotarsi di allaccio con la rete idrica pubblica». Si teme che i divieti possano riguardare anche l’innaffiamento degli orti. «Un’ipotesi — conclude l’assessore — che non esiste ed è completamente inventata». �
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Nazione-2010-08-25-Pag10