Test d’ammissione all’Umbriafiere: la maggior parte donne e in tanti accompagnati dai genitori per vincere la paura
di Isabella Rossi
BASTIA UMBRA – In tanti, quasi 1.400, si sono riversatiierimattina sul piazzale antistante l’Umbriafiere di Bastia. Non solo candidati in attesa del test d’ammissione ma anche familiari ed amici pronti a fornire almeno un po’ di sostegno psicologico.
Forse perché stavolta per molti in gioco c’era il primo passo verso la professione “top”.Quella che un tempo, vocazione a prescindere, rappresentava la svolta, economica e sociale. E che ancora oggi,in qualche modo, promette di far funzionare quell’ascensore sociale, ormai quasi sempre bloccato al piano nel Belpaese. Ma la strada è tutta in salita. Intanto, quest’anno a Perugia solo il 16,8% dei candidati avrà un posto nel corso di laurea dei sogni. I posti offerti da Medicina e chirurgia sono in tutto 240. Quelli disponibili per il corso magistrale in Odontoiatria solo 12. E se il numero dei candidati è in trend con quello degli anni precedenti, i posti disponibili sono ben 60 in meno rispetto all’anno scorso.
Una scelta non obbligata ma fatta (come a Veterinaria,ndr) con l’intento di migliorare le condizioni della didattica. Su 1.494 domande, si sono presentati in 1.396 (93,44%) per affrontare i test con la prevalenza ancora una volta della componente femminile, 63%, su quella maschile. In maggioranza si tratta di ragazze e ragazzi residenti in Umbria: 57%. Dal Sud proviene,invece,il 25% dei candidati, dal Nord solo il 2%, e il restante 16% è del Centro Italia. A livello nazionale i test d’ingresso peri corsi di laurea in Medicina ed Odontoiatria hanno registrato un boom di iscrizioni. I candidati sono infatti aumentati del 23%. Si parla di oltre 84mila per meno di 11mila posti aperti per Medicina e chirurgia e per meno di 1.000 ad Odontoiatria. Per le ragazze arrivare ad indossare il camicie bianco continua ad essere una sfida bella e buona. Un recente studio condotto dall’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, e finanziato dal ministero dell’Istruzione, evidenzia che sono i ragazzi ad avere maggior successo al concorso per l’ammissione. Nonostante la presenza quasi doppia delle candidate ed il loro voto di maturità chemediamente supera di circa 6 punti quello degli uomini. A superare maggiormente il test – attesta la ricerca – sono poi gli studenti con maturità scientifica e classica e con un alto voto di diploma.Intanto ieri mattina a Roma e in altre città si sono levate voci e striscion icontro l’accesso programmato a Medicina ed Odontoiatria. “Il numero chiuso non è salutare – commentavano gli striscioni del coordinamento universitario link che ha portato la protesta in diverse cittàitaliane – “. Mentre per il Codacons, chehalanciatoun ricorso collettivo al Tar del Lazio,”migliaia di studenti vengono chiamati a giocarsi in 90 minuti il proprio futuro attraversolalotteria dei test di ammissione,la cui soluzione spesso richiede capacità mnemoniche,che nulla hanno a che vedere con l’accertamento dell’attitudine agli studi dimedicina, cui sulla carta i test dovrebbero tendere”.
Dopo il ricorso presentato da 8 cittadini italiani la Corte europea dei diritti umani si era espressa ad aprile sulla questione, affermando che il numero chiuso all’università non viola il diritto allo studio. Intanto aPerugia, per assicurare il corretto svolgimento dei test, si è seguita una procedura di “massima sicurezza”.Ingresso a gruppi di 20,30 persone, deposito in guardaroba degli effetti personali – “Niente penne o matite, solo il documento di riconoscimento ammesso” – e rilevamento “anticellulare”, anche se spento. Poi vari tavoli da “superare”, riferisce Luciano Cardinali all’ingresso. Uno per la registrazione, un altro per l’estrazione del posto, poi finalmente il banco. E, in tutto, forseuncentinaio dipersone hanno lavorato al corretto svolgimento delle prove.