La graduatoria dei depositi bancari per residente nei comuni della regione, Torgiano fanalino di coda. Forti divari tra i municipi
In testa gli abitanti di Panicale con una media di 14.384 euro a testa, seguono i peruginiNel Ternano prevale Fabro, Orvieto al secondo posto Spoleto supera Foligno e Bastia batte Assisi
di BRUNO COLETTA
PERUGIA – I depositi bancari hanno perso una parte della loro importanza come indicatore della ricchezza, ma restano tuttavia uno dei parametri del benessere. E continuano comunque a rappresentare l’indicatore della cosiddetta “preferenza della liquidità” di famiglie e imprese. “Preferenza della liquidità” che è tanto maggiore quanto maggiore sono il reddito e la ricchezza.
Insomma, depositi bancari elevati in genere corrispondono a livelli elevati di ricchezza e viceversa. Tutto ciò, però, va ponderato per le caratteristiche culturali dei vari comuni. Nelle zone a maggiore vocazione agricola, ad esempio, la tendenza che si manifesta è quella di tenere in banca, sotto forma di depositi, quantità di denaro maggiori rispetto a realtà caratterizzate da un’economia dove il terziario ha un peso più elevato.
In questo quadro, la graduatoria dei depositi bancari pro capite che emerge dai dati Istat dell’edizione 2009 di “Conoscere l’Umbria” (le cifre si riferiscono al 2007, ma il contesto di fondo è attuale perché si tratta di fenomeni che mutano con una certa lentezza) tra i 36 comuni umbri selezionati vede in testa Panicale, dove ogni abitante – neonati inclusi – detiene in banca sotto forma di depositi una media di 14mila 384 euro. Questo significa che, ad esempio, una famiglia di 4 persone a Panicale detiene depositi in banca, sempre in media, per 57mila 536 euro. Un’enormità, visti i bassi tassi di interesse garantiti dai depositi bancari (deposito bancario, dal punto di vista della razionalità economica, significa avere scorte disponibili per i pagamenti in vista e avere risorse per motivi precauzionali, non possono certo essere considerati una forma di investimento), ma indicativa di come la tradizione di tenere i soldi in banca sotto forma di depositi resti radicata.
Al secondo posto Perugia, con 13mila 876 euro a testa, quindi Fabro (13mila 037), Orvieto (12mila 476), Città di Castello (11mila 061), Todi (10mila 847), Giano dell’Umbria (10mila 801), Spoleto (10mila 653), Città della Pieve (10mila 435) e Terni (10mila 105).
In coda, sempre tra i 36 comuni umbri monitorati dall’Istat, c’è Torgiano, dove in media ogni abitante detiene depositi bancari per 4mila 468 euro. Subito sopra ci sono Montefalco (5mila 147), Valfabbrica (5mila 186), Trevi (5mila 838), Fossato di Vico (5mila 855), San Gemini (6mila 031), Narni (6mila 103), Bettona (6mila 252) e Amelia (6mila 256).
Il divario tra le posizioni di testa e quelle di coda sono notevoli. Se, infatti, come detto una famiglia di 4 persone di Panicale in media detiene depositi bancari per 57mila 536 euro, una identica famiglia di Torgiano ne detiene invece 17mila 870, ossia 39mila 666 in meno.
In Umbria, invece, i depositi bancari medi pro capite ammontano a 9mila 301 euro, con la provincia di Perugia (9mila 724,5 euro) che supera nettamente quella di Terni (8mila 360). In sostanza, un abitante del Perugino in media detiene 1.364 euro di depositi bancari in più rispetto a uno del Ternano.
A livello di comprensori, nel Perugino prevale nettamente il capoluogo di regione, mentre al Trasimeno come detto svetta Panicale, con Città della Pieve (10mila 435 euro per abitante) al secondo posto. Nel Folignate il capoluogo comprensoriale prevale, ma Foligno (9mila 464 euro) è superata da Spoleto (10mila 653), che nel suo comprensorio guida il gruppo. Bastia (8mila 905) batte Assisi (8mila 258), mentre in Altotevere Città di Castello (11mila 061) stacca nettamente tutti, con Umbertide (6mila 953) e San Giustino (6mila 806) che seguono a lunga distanza. Nel Ternano prevale Fabro (terzo assoluto in Umbria con 13mila 037 euro), seguito da Orvieto (12mila 476). Terni deve accontentarsi del terzo posto (10mila 105).
Sempre nel Ternano, infine, il fanalino di coda è San Gemini (6mila 031).