L’allarme «Sono proprio le persone più povere quelle indotte a tentare un po’ di fortuna con le slot, pagandone poi spesso le conseguenze»
L’Amministrazione «Il Comune ha l’obbligo di controllare che le attività all’interno dei suoi locali non si pongano in contrasto con l’interesse pubblico»
di UMBERTO MAIORCA
BASTIA UMBRA – Il gioco d’azzardo rovinale persone e le famiglie, brucia gli stipendi e le pensioni ed è alla base di molti episodi di violenza tra le mura domestiche. Più la dipendenza dal gioco d’azzardo è forte, più è alta la percentuale di giocatori patologici che fanno uso di droga. Secondo la ricerca, tra i giocatori più assidui, quelli cioè che scommettono o si siedono a un videopoker ogni giorno, il 12,2% fa uso di droga. Percentuale che scende al 3,3% delle persone che non giocano mai, prese a campione dallo studio. Con gli studenti si arriva a oltre il 35% di giocatori patologici con problemi di droga.
Sarà per questo motivo che il sindaco di Bastia Umbra ha pensato molto alla convenzione che aveva stipulato con i circoli Arci delle convenzioni per consentire che all’interno dei circoli stessi si potessero offrire attività culturali e ricreative «ivi compresi i giochi leciti comportanti vincite in denaro». E dopo averci pensato, a giugno del 2010, il sindaco ha intimato ai circoli di «offrire alla collettività esclusivamente giochi leciti non comportanti vincite in denaro». Una decisione dettata dal «perseguimento dell’interesse pubblico alla tutela dei consociati (soprattutto dei giovani o delle persone psicologicamente più deboli) rispetto a forme di eccessivo utilizzo comportante spesso, notoriamente, perdite di denaro». Ne era nato subito un contenzioso amministrativo e civile tra i circoli e il Comune. Quest’ultimo ne è uscito vincitore su tutti i fronti potendo disporre, per motivi sociali, sia l’apertura dei locali sia l’utilizzo dei giochi in questione. Adesso la decisione del tribunale civile con i giudici Aldo Criscuolo, Paola De Lisio e Ombretta Paini. Scrivono i giudici «si ritiene che tale finalità pubblica sia certamente di notevole rilievo, tenuto conto che spesso sono proprio le persone più povere quelle indotte a tentare un po’ di fortuna con le slot, pagandone poi spesso le conseguenze; senza evidenziare poi l’ovvia considerazione che l’utilizzo di slot comportanti vincite in denaro, pur ove lecito, rappresenta spesso l’anticamera della vera e propria dipendenza, fenomeno particolarmente triste ed in costante aumento che giustamente il Comune di Bastia Umbra si è posto l’obiettivo di arginare».
I circoli hanno portato ai giudici la lamentela dei mancati guadagni derivanti datale divieto con tanto di cifre alla mano. Una mossa che si è ritorta contro i circoli: «sono gli stessi circoli ad aver evidenziato in questa sede quanti guadagni traggano datali attività essi stessi nonché soprattutto il concessionario di rete; se tali guadagni sano così consistenti come rappresentati questi soldi da qualche parte debbono pur provenire ed è evidente che il concessionario di rete potrà realizzare certe somme solo perché molte persone (quasi sempre appartenenti ai ceti più poveri della popolazione) perdono soldi in tali giochi. Ovvia e condivisibile è pertanto la finalità di interesse pubblico perseguita dal Comune di Bastia» scrivono i giudici.
A questo ragionamento si aggiunge anche la validità della clausola «delle precedenti convenzioni con cui il Comune di riservava la possibilità di recedere in ogni momento da tali convenzioni e non perché il Comune possa abusare della sua posizione di contraente più forte, ma perché lo stesso, in quanto pubblica amministrazione, ha l’obbligo di controllare in ogni momento che le attività consentite all’interno dei suoi locali non si pongano in contrasto con l’interesse pubblico».