Nel garage del giovane residente a Bastia Umbra rinvenuti 16 scatoloni di “bionde”
Operazione della Finanza: in manette un napoletano
Alessandro Antonini
BASTIA UMBRA – Maxisequestro della guardia di finanza di sigarette “illegali”. E’ stato processato per direttissima ieri mattina M. R. ventisette anni di Napoli ma residente a Bastia Umbra. E’ un reato d’altri tempi, almeno per il cuore verde, quello di cui e stato accusato e ieri processato per direttissima il ragazzo: il contrabbando di stecche di “bionde”. Le fiamme gialle, nell’ambito di un’operazione ancora top secret, hanno scoperto nel garage del giovane napoletano ben 16 scatoloni pieni zeppi di pacchetti di sigarette di marca. Tutta la merce è stata posta sotto sequestro. Il napoletano è stato subito ammanettato e portato in caserma. Ieri l’udienza di convalida ha ribadito la custodia cautelare in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari Marina De Robertis e il pubblico ministero Manuela Comodi. Ha ripreso forza dunque anche in Umbria un fenomeno che sembrava estinto. Colpa forse della della crisi economica, tale attività si profila come un risparmio per i fumatori e un espediente per i bilanci delle famiglie. E’naturalmente Napoli il fulcro storico di questo malaffare. Non e escluso che in Umbria i contrabbandieri possano aver trovato un luogo idoneo, un’isola felice, dover smistare e nascondere le stecche illegalmente distribuite. Per questo le indagini della guardia di finanza proseguono. Sono le “offerte”, rispetto anche all’ultimo rincaro di venti centesimi, a fare da humus fecondo alla pratica che tutti reputavano desueta: le Marlboro italiane costano 3 euro (oltre un euro meno), ma la stecca con dieci pacchetti te la porti a casa sborsando appena 29 euro. E se uno vuole fumarsi le sigarette prodotte nei Paesi dell’Est Europa (Ucraina e Polonia, in primo luogo), il risparmio e addirittura superiore. Già nel 2005 una circolare dei Monopoli di Stato aveva messo in guardia in merito “ad una rinnovata attenzione delle associazioni criminali al contrabbando di sigarette”. Fra queste soprattutto la Camorra. L’ex procuratore Agostino Cordova definì il traffico sottobanco di sigarette “il secondo maggiore affare dei clan”. Ma quelli erano altri tempi. Oggi ad occuparsi del contrabbando sono anche le piccole associazioni criminali che vedono aggregarsi clandestini e “figuri” noti alle forze dell’ordine, dediti ai piccoli furti, magari in combutta con le associazioni per delinquere più “serie” e strutturare dell’Est Europa e dei Balcani.
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