Fra lungaggini burocratiche e battaglie legali, la gente della zona vive fra rassegnazione ed esasperazione
ASSISI – Rassegnazione ma anche esasperazione. All’indomani dell’atto presentato dall’avvocatura dello Stato, che rappresenta il ministero delle Infrastrutture dopo il ricorso al Tar da parte della ditta che si era aggiudicata in via provvisoria i lavori per la frana Ivancich, che in pratica annulla l’esito della gara del 2009, gli abitanti della zona della frana non hanno molta voglia di parlare dell’ennesimo rinvio che impedisce loro di vivere in una zona che non sia costantemente a rischio frane e smottamenti. L’impianto che avrebbe dovuto realizzare la Tecnogreen srl di Perugia prevede la realizzazione di speciali dreni in modo da drenare (verso i pozzi già realizzati) l’acqua che causa lo scivolamento dei terreni, ma il documento dell’Avvocatura di Stato ha fermato tutto, anche se la ditta dei lavori di consolidamento idrogeologico del versante di frana non si dà comunque per vinta e attraverso il legale Marcello Cardi ha fatto sapere che impugnerà il decreto di annullamento depositato. Ma oltre allo stop ai lavori causa le lungaggini giudiziarie, off record i cittadini dicono anche di “essere stati abbandonati da decenni dai politici che hanno governato la città”. Il problema non è solo la frana, da tempo infatti i cittadini chiedono più verde pubblico e una maggiore illuminazione, ma anche il miglioramento del sistema fognario, e la risoluzione fattiva delle lesioni del manto stradale al posto del solito ‘getto’ di catrame. Le stesse proposte che quattro anni fa aveva fatto un comitato apposito creato per la zona Ivancich, e che poi era stato ‘pensionato’ vista la promessa di risoluzioni concrete in tempi brevi. Quarantotto mesi dopo, nessuna risposta concreta, nonostante a novembre il sindaco Claudio Ricci fosse andato al ministero a Roma per far sbloccare i fondi e dare il via ai lavori.
Corriere-2011-01-28-pag24
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