Bastia

Sequestrati 165 chili di marijuana

Operazione della squadra mobile di Perugia in un garage di Bastia e in un capannone in Veneto
Arrestati un albanese con permesso di soggiorno e una utotrasportatore toscano
Al setaccio degli inquirenti la fitta rete di contatti dei due complici
PERUGIA – Ben 165 chili di marijuana destinati a rifornire il mercato del Perugino e probabilmente di altre piazze d’Italia sono stati sequestrati dalla squadra mobile di Perugia, che ha effettuato anche due arresti. Un risultato record in termini quantitativi, che non si registrava da più di vent’anni, quello raggiunto dalla quinta sezione anti-droga, in collaborazione con il commissariato di Jesolo, al termine di indagini che hanno preso le mosse a Bastia Umbra e poi si sono spinte oltre i confini regionali, in Romagna e Veneto.
Le manette sono scattate ai polsi di Jovan Memaj, albanese di 27 anni, residente a Santa Maria degli Angeli e titolare di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato per motivi di lavoro, e Alessio Rosellini, 32 anni, nato a Lucca e residente a Pistoia. L’albanese era da tempo nel mirino degli agenti, che sospettavano in lui capacità di spaccio definite “non ordinarie”, viste le molteplici relazioni intrattenute con giovani assuntori e spacciatori. Rosellini, di professione autotrasportatore, secondo la polizia sarebbe invece stato attivo come vettore, ruolo assolto usando un furgone che era nella sua disponibilità.
A illustrare l’operazione è stato il capo della squadra mobile, Marco Chiacchiera. Tutto è partito dall’osservazione di un punto di ritrovo di pusher italiani e stranieri a Bastia Umbra. Memaj appariva come un personaggio di spicco. Nel tardo pomeriggio di venerdì, durante un appostamento, gli agenti hanno notato l’arrivo di un furgone il cui conducente si fermava e si disponeva all’attesa. Poco dopo su una Fiat Punto è arrivato Memaj, che, dopo un breve colloquio con l’altro con ducente (Rosellini), è salito sul suo furgone, subito ripartito. I due so no quindi entrati in un garage (ri sultato in affitto a Memaj) situato nella stessa via, dove hanno deposi tato uno scatolone. A quel punto gl agenti sono intervenuti, trovando nel contenitore 28 chili di marijuana. I due, portati poi in questura, sono quindi stati arrestati per trasporto e detenzione di droga.
Ma le indagini sono andate avanti, alla ricerca di altri possibili luoghi di stoccaggio che l’attività di osservazione degli agenti lasciava presupporre situati in Romagna e Veneto. L’analisi del navigatore trova-to nel furgone ha confermato alcune piste emerse dalla precedente attività di investigazione, durata giorni. Insieme ai colleghi del commissariato di Jesolo, gli agenti di Perugia si sono quindi spostati nella zona industriale di Musile di Piave, dove hanno fatto il sequestro più consistente: 137 chili di marijuana del valore di mercato di 1,5 milioni di euro (un grammo al dettaglio costa 8-10 euro). La droga scovata nel grande capannone, che risultava accessibile a chiunque, era stipata in parte in scatoloni identici a quello trovato a Perugia, in parte in scatoloni più grandi e anche in sacchi neri per i rifiuti. Le diverse tipologie di involucri fanno ritenere che lo stupefacente avesse destinazioni diverse.
Sono in corso attività d’indagine-per capire da dove sia arrivata la droga. Si ipotizza dall’area balcanica, transitata attraverso il confine nord-orientale dell’Italia e stipata nel capannone di Musile di Piave in quantità anche più consistente di quella rinvenuta (i quantitativi standard che giungono dall’estero via gomma o via mare sono di 500 chili) per essere poi consegnata in varie parti d’Italia. Pare che proprio in questo periodo dell’anno l’arrivo di grossi carichi si intensifichi, dato che nelle piantagioni di marijuana è tempo di raccolta.
Si cerca di mettere meglio a fuoco i ruoli avuti dai due arrestati e di capire, in particolare, se l’albanese appartiene a un gruppo più grande, nell’ambito del quale poteva essere un punto di riferimento per il territorio perugino, e forse anche per altri. Di sicuro, la sua rete di “amicizie” appare agli agenti molto vasta e variegata.

Alessandra Borghi

Exit mobile version