L’operazione delle fiamme gialle coinvolge un uomo di etnia rom con alle spalle numerosi precedenti
Pregiudicato ha venduto l’immobile in modo fittizio a moglie e figli per evitare misure patrimoniali
BASTIA UMBRA Trasferimento fraudolento di valori. E’ questa l’accusa che la guardia di finanza muove, come spiega una nota firmata dal Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, a un uomo di etnia rom residente a Bastia Umbra. Per questo le fiamme gialle hanno sequestrato, ai fini della confisca, una villa con piscina del valore di mezzo milione nella disponibilità dell’uomo. Pluripregiudicato, secondo l’accusa ha attribuito fittiziamente a moglie e figli la proprietà della villa per eludere la normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’operazione, condotta dai militari del gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia, vuole colpire le ricchezze accumulate in modo illecito contrastando così le infiltrazioni criminali nell’economia legale. L’indagato,con alle spalle condanne per una serie di reati contro il patrimonio (tra cui truffa e furto) e destinatario della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, agli inizi degli anni 2000 aveva acquistato un fabbricato, intestandolo al figlio, che poi aveva ristrutturato per adibirlo a sua dimora. Dopo aver ricostruito i flussi finanziari, e aver riconosciuto la pericolosità sociale dell’uomo, ad agosto 2017 il tribunale di Perugia, su richiesta del pubblico ministero, ha emesso un decreto applicativo della misura del sequestro con contestuale confisca dell’immobile in base al Codice antimafia. Tuttavia, a distanza di un anno, l’immobile è stato dissequestrato per un vizio formale. A giugno la villa è stata nuovamente sequestrata e confiscata su disposizione dell’autorità giudiziaria. Ma nel momento dell’esecuzione dell’atto è emerso che, pur continuando ad essere nella disponibilità dell’uomo, la villa era stata ceduta ai suoi familiari per eludere la normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali. In assenza di prove dell’esborso monetario dichiarato in sede di rogito nonché di adeguate fonti reddituali da parte degli acquirenti e di valide ragioni economiche per la vendita tra conviventi, i finanzieri hanno proceduto per il reato di trasferimento fraudolento di valori. Il giudice per le indagini preliminari ha poi applicato la misura di prevenzione nei confronti dell’indagato. Il gip tra l’altro precisa come “moglie e figli (…) hanno agito al fine esclusivo di venire incontro alle necessità del marito/ padre per non farlo risultare formalmente intestatario del complesso immobiliare, come di fatto non è, così aiutandolo ad eludere l’applicazione di eventuali (se non certe) misure patrimoniali”.
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