La provocazione del grande custode del Sovrano ordine del Mammone Birichino
Carli:“Guardiamo ai vicini.Basta coprifuoco nelle taverne e nei locali”
ASSISI – Al Palio di San Michele ci sono i rioni e le taverne, proprio come il Calendimaggio, e la manifestazione si snoda – proprio come la grande festa laica assisana – per più giorni; le due feste si svolgono a pochi chilometri di distanza, terminano a notte fonda e, seppure uguali nei ‘fondamentali’, tra loro esiste un’enorme diversità. Da queste premesse partono le riflessioni di Carlo Carli, grande custode del Sovrano ordine del Mammone Birichino che, “dopo aver partecipato ad una piacevolissima serata del Palio di San Michele a Bastia Umbra, dove sono attive e molto frequentate fino a notte inoltrata e senza problemi le quattro taverne dei rioni in competizione”, non ha potuto fare a meno di rilevare “l’enorme diversità tra quanto avviene a pochi chilometri da Assisi e quanto, invece, si verifica nel corso del Calendimaggio”, dove le taverne e i locali pubblici sono costretti a chiudere e, dalle 18 del pomeriggio del sabato, a non vendere più alcolici. Per questo i birichini sentono la necessità di lanciare un appello “erga omnes, ma particolarmente rivolto ai giovani perché sull’esempio della vivace città confinante venga concesso anche ad Assisi un maggiore respiro durante la più bella festa dell’anno. Rattrista veramente – aggiunge Carli – il ‘coprifuoco’ imposto sulla base di una ordinanza che risale ad anni remoti, durante i quali poteva forse essere giustificata, e che merita di essere rivista consentendo il ristoro del numeroso pubblico fino al momento, spesso eccessivamente ritardato, del verdetto della giuria. Ciò faciliterebbe, rispettando-la, la legittima aspirazione di molti concittadini a condividere in le-tizia un momento importante di aggregazione sociale e darebbe ai turisti che, per la prima volta entrano in contatto con la Festa, la positiva sensazione di entrare nel mondo fiabesco del Medio Evo e non in un fortilizio blindato, ingiustamente privato di quei comfort minimali che fanno parte della ci-vile convivenza”. A prescindere dall’appartenenza partaiola (il Sovrano Ordine del Mammone Birichino, una delle tante ‘espressioni’ della Nobilissima Parte de Sopra), insomma “è necessario, per scuotere l’immobilismo perdurante, un vasto movimento di civile mobilitazione, che – conclude Carli – potrebbe assumere concretezza, con la collaborazione delle Parti del Calendimaggio e degli esercenti del centro storico, tramite una raccolta di firme da consegnare al sindaco per ottenere una sostanziale modi-fica della situazione segnalata”.
Flavia Pagliochini
Ad Assisi non si vendono gli alcolici perchè i giovani assisani non si sanno divertire; eccedono e commettono bravate.
Se negli anni non ci fossero stati risse, accoltellamenti, scazzottate e dispetti di dubbio gusto, allora il Comune non avrebbe imposto il coprifuoco per salvaguardare i turisti.
A Bastia i turisti non ci sono.
la sostanziale differenza tra il Palio de San Michele ed il Calendimaggio risiede nel fatto che la festa Assisana è vissuta e partecipata esclusivamente da coloro che allestiscono e partecipano alle rievocazioni sceniche; a Bastia, invece, chiunque può assistere, partecipare ed essere contagiato e coinvolto dall’entusiasmo e dalla spettacolarità della festa Bastiola!
inoltre l’articolazione ed il meccanismo del Palio di Bastia permette ogni anno uno sviluppo qualitativo dal punto di vista scenico, recitativo, culturale e sportivo della Festa, favorito dalla sempre maggiore competizione e dalla incessante ricerca di miglioramento dovuta alla presenza di ben 4 rioni a fronte dei soli 2 di Assisi.
Il problema è che il calendimaggio è solo una festa Assisana, è una festa chiusa … infatti sembra che gli assisani fanno la festa e se la godono ! In questo caso non lascia spazio ad eventuali crescite future !!
caro ROBERTO tu forse hai la memoria corta ,ma in quanto a
cazzotti e sbornie a BASTIA sono la normalita’percio’qualche volta vai a vedere nei pressi di viale giontella