Bastia

Scoperti 202 lavoratori in nero


Maxi operazione della guardia di finanza: sanzioni per un’azienda di Bastia Umbra

Mancati versamenti pari a oltre oltre 220mila euro: scattano le multe


PERUGIA – (a.a.) Lavoro nero, sfruttati e sfruttatori: le imprese umbre non si salvano dal rischio dell’irregolarità normativo-contrattuale. Un problema sociale, oltreché economico e giudiziario. Un’azienda nota nel settore della distribuzione alimentare addirittura ha utilizzato, paradossalmente alla luce del sole, ben 202 lavoratori in nero per un totale di 8.500 giornate lavorative. L’operazione è stata portata a termine dalla tenenza della guardia di finanza di Assisi, nel corso di un’attività di controllo finalizzata. Come è scritto nel comunicato della gdf, tutto si inserisce nella campagna di contrasto del “sommerso di lavoro e di azienda”: e stato scoperto che detta società con sede a Bastia Umbra infilava irregolarità su irregolarità, sistematicamente, nell’assunzione del personale.
“Le operazioni ispettive, condotte a cavallo tra il 2007 e l’anno in corso, hanno consentito di rilevare che l’impresa si è avvalsa della collaborazione di 111 lavoratori in nero e uno irregolare nel 2006 e di 129 lavoratori in nero nel 2007”, hanno spiegato gli uomini delle fiamme gialle. Per la particolare tipologia di attività svolta, la maggior parte del lavoro dell’azienda si concentra nell’ ultimo trimestre dell’anno, ed è proprio in questo periodo che l’impresa reclutava la maggior parte della forza lavoro necessaria.
“Alcuni lavoratori impiegati nell’ anno 2006 sono stati richiamati anche nell’ultimo trimestre del 2007”, hanno specificato ieri in conferenza stampa il comandante della tenenza della guardia di finanza di Assisi, Domenico Di Mascio, il comandante provinciale di Perugia, Fabrizio Martinelli e il comandante della compagnia di Foligno, Antonio Frascano.
Le assunzioni avvenivano sulla base di un semplice colloquio e solo in alcuni casi, soprattutto nel 2007, sono state formalizzate attraverso la stipula di contratti di lavoro occasionale che non venivano però poi comunicati ad alcun ufficio competente, né i lavoratori venivano iscritti nei libri obbligatori. Sono quattro i dipendenti fissi regolarinente assunti mentre, altri 43, erano stati messi in regola con contratti a termine e soltanto per loro sono stati osservati gli obblighi fiscali e contributivi.
Di tutti gli altri invece, non c’era più traccia nella contabilità ufficiale. 1 lavoratori identificati sono risultati essere per il 30% di provenienza estera, con prevalenza dal Sud America (Brasile e Argentina), ma anche da Marocco, Tunisia, Albania, Romania, Repubblica Slovacca, Repubblica Moldova, Russia, Polonia e Svizzera. La verifica ha permesso di constatare l’omessa esecuzione e versamento della ritenuta alla fonte su retribuzioni corrisposte per complessivi 123.000 euro nel 2007 e 108.000 euro nel 2006. In seguito all’intervento delle fiamme gialle, l’impresa, seppure in ritardo, per gli esercizi finanziari 2006 – 2007 ha versato tutte le ritenute fiscali riferite alla totalità dei lavoratori impiegati e avrà l’obbligo di dichiarare tutti i ricavi puntualmente annotati nel libro giornale, ammontanti a circa 4,5 milioni di euro. Le sanzioni amministrative che Inps, Inali e Ispettorato del lavoro commineranno vanno dai 1.500 ai 12.000 euro per ciascun lavoratore in nero, più maggiorazione di 150 euro per ogni giornata di lavoro effettivo.


Il commento


La Cisl all’attacco: “Segnalate più volte situazioni così”


PERUGIA – La notizia della scoperta dell’azienda commerciale di generi alimentari di Bastia Umbra che ha impiegato, tra il 2006 e il 2007, qualcosa come duecentodue lavoratori in nero, non ha scosso più di tanto i rappresentanti del mondo sindacale. “Rimango stupito -ha commentato Francesco Ferroni (Cisl) – dai numeri della vicenda, ma non dalla notizia in sé. Avevamo infatti già ampiamente denunciato il persistere del fenomeno del nero all’interno del settore del commercio, il cui primato era stato assodato anche dai rapporti dell’ispettorato, dell’Inps e dell’Inal. Un fatto probabilmente permesso dall’ampio turnover delle aziende operanti in questo comparto”. La tenenza della Guardia di finanza di Assisi, che ha condotto le operazioni, ha constatato nel corso della verifica fiscale una omessa esecuzione e versamento della ritenuta alla fonte su retribuzioni corrisposte, per complessivi 123mila euro nel 2007 e circa 108mila euro nel 2006. Un quadro generale, quindi, dalle tinte già particolarmente scure, ma che potrebbe addirittura diventare più cupo. “Oltre all’evasione – sempre Ferroni – c’è il rischio che queste duecentodue persone fossero sottoposte a condizioni di lavoro pessime. probabilmente, considerando le dimensioni del numero, la maggior parte di questa veniva per brevi periodi. Sicuramente non venivano rispettate neanche le più elementari condizioni di lavoro”. Un fenomeno così ampio e corrosivo dell’economia regolare da rappresentare un forte limite allo sviluppo e al progresso civile (e, naturalmente, economico) della società.
Da.Bri.

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