Da Il Corriere dell’Umbria del 10/04/2010
Spietata analisi elettorale dell’ex consigliere regionale che attacca la linea del partito
Fronduti (Pdl) a muso duro: “Risultato pessimo, persi 50. 000 voti”
PERUGIA – Armando Fronduti, ex consigliere regionale del Pdl, stila il bilancio del voto parlando di “occasione irripetibile”, di “vittoria mancata”, di “pessimo risultato elettorale (-20%) per una scelta di basso profilo”, “mille dei miei voti sono stati dirottati su altri candidati”. Insomma una analisi spietata che non fa sconti a nessuno. La prima volta al consiglio regionale con la Dc nel 1980 con 3.800 voti, nel ‘90 con quasi 7.000 preferenze, nel 2000 e nel 2005 con Forza Italia; nel 2008 con le politiche entra nel consiglio regionale assumendo la vice presidenza della II commissione e della commissione antimafia. Un ottimo lavoro a detta della gente e degli elettori svolto in 22 mesi di consiliatura. “Sì, sono stato relatore di 20 disegni di legge, di oltre 30 tra interrogazioni e mozioni. Ho messo a disposizione del gruppo e del Consiglio la mia esperienza politica e professionale con molto impegno cercando di aiutare i cittadini con norme non penalizzanti e soprattutto, semplici, di facile lettura”. I sondaggi due mesi prima del voto davano il centrodestra al 49%; come mai siete scesi al 37%? “Prima di tutto parliamo della grande vittoria personale di Silvio Berlusconi in campo nazionale che da solo recupera quattro regioni compreso il Lazio, nonostante l’assenteismo e l’inerzia di qualche leader del Pdl. In Umbria invece con poco più del 37%, siamo di fronte a un risultato fortemente negativo. Il Pdl ha perso 50.000 voti dalle elezioni Europee, passando dal 35,78 al 32,36%, da 183.552 a 134.000 voti. C’è veramente da stupirsi che a caldo, appena visti i risultati definitivi, la nostra candidata del centrodestra Fiammetta Modena abbia dichiarato: ‘Il risultato da me conseguito è certamente positivo, perché è superiore di 4 punti in percentuale rispetto a quello ottenuto da Pietro Laffranco nel 2005’. La candidata-presidente sembra non rendersi conto che l’occasione che si era presentata al centrodestra in Umbria era particolarmente favorevole e irripetibile: la sinistra era infatti lacerata da faide interne, in seguito al tentativo della Lorenzetti di ottenere una terza candidatura per la Regione. La scelta di candidare Catiuscia Marini, per mezzo delle primarie interne al Pd, aveva ulteriormente accentuato divisioni e malessere nello stesso partito. A quel punto il centrodestra avrebbe dovuto compiere una scelta coraggiosa e di alto profilo, presentando un candidato autorevole, in grado di far confluire su di sè i consensi di larga parte della società civile e del ceto produttivo della Regione. In tale prospettiva, stante il diniego a candidarsi opposto da Luisa Todini, la candidatura del sindaco di Assisi risultava corrispondere assai bene a quella di una figura vincente, anche se personalmente avrei visto bene la Giannini prima candidata di Berlusconi. La sua bocciatura da parte di alcuni esponenti del Pdl era sembrata dapprima inspiegabile ed autolesionista, ma poi le motivazioni di ciò sono risultate facilmente comprensibili, quando la scelta è successivamente caduta sulla Modena”. Come mai? “Candidando la Modena alla presidenza della Regione si sarebbe ottenuto, infatti, un doppio risultato: quello di liberare un posto nel consiglio regionale e quello di favorire due aspiranti consiglieri perugini, cari ai vertici nazionali del Pdl liberando oltre 5.000 preferenze”. Ma da quando il partito ha deciso di far eleggere i due nuovi consiglieri? “Una strategia costruita dal febbraio 2009 con la riforma dello Statuto da 36 a 30 membri e con la nuova pessima legge elettorale, votate, guarda caso da una parte della maggioranza con i voti determinanti del Pdl in particolare i nostri membri della commissione Statuto. Queste motivazioni che sono, secondo la mia esperienza, all’origine di una scelta di basso profilo e dal modesto risultato elettorale conseguito dal Pdl in queste elezioni, la dicono lunga sui giochi della politica e sulla scarsa considerazione che la stessa politica ha del desiderio di cambiamento e di alternanza nutrito da tanti elettori della nostra Regione. Oggi, ad esempio, ci si pente delle liste civiche non inserite; e non sono stati proprio tre dei consiglieri eletti ad averle osteggiate? Entrando nel merito della lista del Pdl di Perugia, mentre per An era bloccata su tre candidati che correvano senza problemi per tre posti, per Forza Italia vi erano 12 candidati, tutti veri, che correvano per soli tre posti e 9 di questi nel Comune di Perugia, lasciando scoperti importanti e vasti territori, vedi la zona di Città di Castello dove ‘imperava’ un solo candidato, Lignani che di fatto ha soffocato ogni libera espressione alternativa. Ma il grande assente della campagna elettorale è stato il Pdl, ridotto a comitati di potere, con personaggi ‘onnipotenti’ che decidono le nomine dei coordinatori comunali, i candidati e chi dovrà essere eletto, senza incontri pubblici di confronto con l’elettorato, indicando i candidati da votare anche con strani episodi sui quali sto raccogliendo testimonianze e dichiarazioni”. Fronduti, ma allora ci sono stati condizionamenti? “La sovrapposizione, ad esempio, del ruolo di coordinatore e candidato, ha certamente influito, soprattutto per Monni; poi il forte condizionamento dei parlamentari (e addirittura sottosegretari e ministri) per i loro fiduciari, a partire da Pietro Laffranco che dal suo ufficio in Regione al quarto piano, pur essendo garante in quanto vice coordinatore regionale, è stato il vero stratega a garanzia di Rocco Valentino e a seguire gli altri”. In altri tempi i partiti selezionavano la classe dirigente da inserire negli enti locali. Non è più così? “In altri partiti è rimasta questa impostazione, nel Pdl invece sembra che chiunque possa entrare in lista, anche senza nessuna preparazione politica, senza passaggi graduali, utilizzando le amicizie o, peggio, risorse economiche rilevanti, ed essere eletto tranquillamente in consiglio regionale o nel Parlamento. Io ho svolto con passione il mio ruolo, l’elettorato mi stima, ma contro i‘muri’ non possiamo combattere. Mentre a Perugia ho raccolto 1300 preferenze, nella Provincia mi sono mancati almeno 1200 voti promessi da amici che dal 1980 mi hanno sempre votato, e deviati per ordini superiori, ad altri candidati. Il mio disagio, comunque, è riscontrare una errata strategia politica del destracentro, sia con il mancato accordo con l’Udc, sia nel rifiuto verso la lista civica, scelte decisive per il nostro insuccesso, ed inaspettate, favorevoli per il centro-sinistra”. Quali le sue proposte? “Ho detto a Sandro Bondi, mio amico da lunghi anni, che gli umbri sono rimasti delusi perché questa era l’occasione giusta per liberare l’Umbria e gli umbri. Così non è stato. Secondo me occorre modificare nel profondo gli assetti interni e recuperare un clima di amicizia, di rispetto, di umiltà, di lealtà, di regole certe all’interno del Pdl, ed aprirsi senza timore di contestazioni, verso gli elettori con incontri pubblici, che non sono stati mai convocati in questi ultimi mesi, per ripartire insieme verso una speranza credibile, ponendo attenzione al fenomeno dell’assorbimento dei voti e delle preferenze di Forza Italia da parte di An, come già successo alle Amministrative 2009, vedi Perugia, così oggi alle regionali, con il popolo azzurro di Silvio Berlusconi sempre meno rappresentato”. Le prossime iniziative sue e dei suoi elettori? “Un incontro con Silvio Berlusconi per riferirgli, insieme agli amici che mi accompagneranno, il nostro giudizio sulla campagna elettorale; poi l’iscrizione al Pdl di migliaia di nostri amici per aiutare proprio il presidente in vista dei congressi di fine anno, e una grande assemblea entro aprile aperta a tutti i cittadini presieduta da Luciano Rossi, l’unico dirigente che è stato al di sopra delle parti, aiutando tutti e nessuno, partecipando sempre ai nostri convegni pubblici sull’Alzheimer, sul lago Trasimeno e due sul Piano casa regionale a Foligno e Città di Castello”.
Pdf: Corriere-2010-04-10-pag06