Striscioni appesi fuori ai cancelli per dire no all’accorpamento nella nuova sede di XXV aprile
di Sara Caponi
BASTIA UMBRA – “I sindaci passano, la scuola no”. “Chiudete le buche, non la scuola”. E’ questo il contenuto di alcuni striscioni comparsi di fronte alla scuola di Cipresso, di cui l’amministrazione nei mesi scorsi ha annunciato la futura chiusura,insieme a quella di Bastiola, per accorpare i due plessi alla costruenda scuola di XXVAprile. Una “scelta nefasta” secondo i partiti del centrosinistra, che martedì sera hanno affrontato il tema in un’assemblea pubblica nel quartiere di Cipresso, nel corso della quale alcuni cittadini hanno deciso di dar vita ad un comitato pronto a combattere contro la chiusura della scuola di Madonna di Campagna. Le motivazioni della protesta, già illustrate in altre occasioni, gravitano intorno alla “forte connotazione identitaria che la scuola di Cipresso ha avuto nella storia del quartiere”. Sostenendo la battaglia civica, i partiti di centrosinistra si dicono concordi nel realizzare la scuola di XXV Aprile “perché il quartiere ne ha diritto”, ma al contempo chiedono che “si mantengano le scuole dislocate nel territorio”, poiché “la gente non vuole che si mortifichino i quartieri”. Momenti di tensione si sono registrati durante l’intervento dell’assessore alle politiche scolastiche Marco Fortebracci, intervenuto per chiarire alcuni dubbi esposti dai cittadini e “pesantemente insultato e invitato a lasciare il palco”, come denunciato in una nota dal coordinatore del Pdl Antonio Bagnetti, che ha definito “deprecabile” e “inqualificabile” l’atteggiamento tenuto dagli organizzatori, sottolineando in conclusione che “episodi come questo denotano assoluto disprezzo e arroganza verso i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni”.