FI presenta una mozione in consiglio comunale
 
  BASTIA UMBRA – Gli scarichi reflui industriali assimilati ai domestici devono essere preventivamente autorizzati. E’ quanto prevede il disciplinare tecnico di gestione del servizio di fognatura nei comuni dell’Ato 1 adottato dal gestore del servizio idrico integrato “Umbria Acque S.p.A.”. Tale supposizione è in contrasto con la normativa vigente in materia di scarichi, la quale prevede che gli scarichi originati da insediamenti produttivi provenienti esclusivamente da servizi igienici, cucine e mense rientrano a tutti gli effetti nella definizione di acque domestiche e quindi non devono acquisire l’autorizzazione allo scarico, ma basterà presentare la domanda di allacciamento alla fognatura comunale. E’ quanto sostiene Forza Italia, che in tal senso ha presentato una mozione in consiglio comunale. “Il rilascio dell’autorizzazione allo scarico – sostiene il consigliere Bagnetti – prevede un elevato onere a carico del richiedente: oltre alla parcella del professionista che predispone la documentazione tecnica da allegare all’istanza, è previsto il versamento di euro 180,00 a favore di Umbria Acque S.pa e di euro 77,00 a favore del Comune. Tali versamenti dovranno essere di nuovo corrisposti al momento del rinnovo dell’atto di consenso che ha durata di quattro anni. A nostro avviso – prosegue Bagnetti – questo è un sistema di fare cassa rapidamente da parte di Umbria Acque S.p.A. se si considera che la maggioranza delle aziende producono esclusivamente scarichi assimilabili alle acque reflue domestiche e che la stessa Società gestisce il servizio fognatura dei 38 comuni dell’Ato 1. Se fosse stato fatto un passaggio in Consiglio comunale, prima di approvare il disciplinare tecnico di gestione del servizio di fognatura, forse si poteva rimediare a degli errori così grossolani. A nostro avviso questa situazione è frutto del colpevole ritardo da parte della Regione nel varare la disciplina regionale come contemplato dalla legge nazionale e soprattutto del fatto che ora per una popolazione di 20mila abitanti decide una sola persona che rappresenta il Comune nell’assemblea dei rappresentanti dei comuni in seno all’Ato. Quando il servizio era gestito dai comuni era il Consiglio comunale che adottava regolamenti e fissava le tariffe”. 
   Roldano Boccali

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