BASTIA UMBRA – «Quando metti piede a Bastia capisci che non è una piazza come le altre. Qui ad esempio non c’è un campo sportivo, c’è lo stadio comunale. Basta questo per comprendere la portata e il valore di una piazza». Michele Scapicchi non usa giri di parole quando prova a rendere l’idea di cosa significhi per lui l’essere stato chiamato a guidare il nuovo corso biancorosso. Una chiamata gradita, una responsabilità importante ma anche non gli fa tremare i polsi. «Se è l’occasione che aspettavo? Forse, ma spero di giocarmela bene, questa chance. Sin dal primo colloquio con Bartolucci ho capito di trovarmi di fronte a una società che non merita la categoria dove è finita, ma che soprattutto ha voglia di rialzarsi in fretta e ricreare entusiasmo e fiducia attorno a sé. L’ultima annata è stata dura per tutti, io stesso ne so qualcosa. Ma qui c’è la volontà di ripartire e fare le cose perbene». NUOVE RESPONSABILITÀ L’ultima annata Scapicchi l’ha passata al Villabiagio, vice di Grilli e tecnico della Juniores. Un finale amaro che non cancella l’esperienza di vita calcistica e soprattutto le gioie della prima annata rossoblù, culminata con la vittoria dell’Eccellenza. «A Luca devo molto. Mi ha voluto al suo fianco, mi ha permesso di comprendere da vicino le dinamiche di un mondo che conoscevo, ma non così bene come pensavo. Venivo già da un’esperienza molto positiva nel calcio femminile, che benché sia molto diverso dal calcio maschile mi è servita per capire da vicino cosa significhi essere allenatore e quali sono le responsabilità che gravitano sulle spalle di un tecnico. Adesso avrò modo di metterle in pratica in un ambiente molto particolare, dove il calcio l’ha sempre fatta da padrone e dove sicuramente le aspettative saranno molto elevate, com’è logico che sia». ORA LA ROSA Il nuovo corso bastiolo ripartirà dall’entusia – smo di Scapicchi, ma anche dalle conferme di due colonne come Tajolini e Marchetti. «Cominceremo a parlare coi ragazzi nei prossimi giorni, ma ho già detto al presidente e al direttore Giorgio Belli che se qualcuno dei più esperti vorrà restare sarò ben contento di lavorare con loro. È prematuro sbilanciarsi sui nomi, ma le porte sono aperte». Se sarà un Bastia giovane o più improntato a nomi di grido, questo lo determinerà il budget: «I giovani servono, perché i fuoriquota possono fare la differenza. Comunque è evidente che tutto dipenderà dalle richieste di chi andremo a contattare. L’intenzione è di far bene, anche perché Bastia per quello che ha sempre rappresentato nel panorama regionale non può accontentarsi di una “normale” salvezza. Che pure rappresenterebbe già un obiettivo importante».

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