Bastia

Sbarre pericolose a Ospedalicchio

Cittadini contro il passaggio a livello. II Comune: `Per un sottopassaggio bisognerebbe spostare i pozzi’

LISA MALFATTO


Cittadini contro il passaggio a livello. II Comune: `Per un sottopassaggio bisognerebbe spostare i pozzi’



LISA MALFATTO


BASTIA- Venticinque secondi di pericolo per due volte al giorno. E’ questa la cadenza di alto rischio segnalata dai cittadini per il passaggio a livello di Ospedalicchio, quello della ss147, sulla ferrovia Foligno-Terontola al km21+202. Venticinque secondi è infatti il lasso di tempo che va dalla chiusura delle sbarre al passaggio del treno: ma il semaforo e le barriere automatiche che segnalano l’arrivo del convoglio, non si vedono. Durante le ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio. Non perché l’impianto non sia regolarmente segnalato, ma perché, all’alba e al tramonto, le luci lampeggianti si trovano allineate con il sole. La luce, quindi, non permette la visibilità del passaggio stesso oltre i 50 metri. La conseguenza è che “accade di continuo che gli automobilisti investono e travolgono le barriere: come è successo anche di re- cente, il primo agosto e il giorno dopo”.
“Una volta il treno – afferma Alessio Trecchiodi, che abita in prossimità del passaggio a livello – ha anche portato via il paraurti di un auto, come è successo al fornaio di Ospedalicchio. Da quando è stato allestito, quest’impianto ha provocato “solo” un morto, ma è una fortuna che non ne abbia provocati ben di più. In un eventuale scontro, il treno (che viaggia in questo punto a 120km/h) potrebbe facilmente uscire dai binari ed investire le abitazioni vicine. E’ il passaggio a livello che subisce più abbattimenti (circa 10 all’anno) tra quelli presenti tra Foligno e Terontola, e non solo per il riverbero del sole, ma anche in condizioni atmosferiche particolari come la nebbia nei mesi meno caldi. I cittadini – conclude – sono in pericolo”. Trecchiodi ha esposto due giorni fa una denuncia alla Procura e alla Prefettura di Perugia, consegnando la relazione anche all’assessore ai trasporti e infrastrutture, Giuseppe Mascio, lamentandosi però di non trovare “riscontri propositivi da parte delle amministrazioni locali”.
Tutto questo, però, non è una novità per Comune, Provincia e Regione.
La questione è nota già da diverso tempo agli “addetti ai lavori” e agli organi competenti: da mesi si discute sul progetto del sottopasso per ovviare al problema. Un progetto che è stato oggetto di tavoli di confronto tra amministrazione provinciale e comunale (l’ultima riunione in merito, è stata quella della Provincia e la Regione, dello scorso 30 luglio). Nello specifico, il disegno viario su cui si stava lavorando inizialmente, è quello di una strada parallela alla ferrovia, che si incroci con la Perugia-Ancona, e di un sottopasso e uno svincolo.
Quale il motivo di tanto indugiare nell’avvio ai lavori? Se si guarda il nome della via in cui è residente Alessio Trecchiodi, ecco pronta la risposta. Trecchiodi risiede in “via dell’Acquedotto”. Sotto il passaggio a livello, scorrono ben 4 pozzi che da Cannara porta l’acqua al capoluogo umbro. Andare ad intervenire lì, comporterebbe l’inquinamento delle falde. Ai perugini giungerebbe acqua torbida per un bel po’di tempo. “Non è così semplice -come spiega il geometra, Luciano Gatti – stiamo lavorando ai vari livelli ma il sottopasso attraverserebbe il campo pozzi altamente tutelato. In previsione di un piano regolatore “ad hoc”, Regione, Provincia e Umbra Acque continuano a confrontarsi in sede di assemblea, ma i tempi di risuluzione non possono essere immediati”. Anche il sindaco di Bastia, Francesco Lombardi fa presente la complessa natura del problema “acquedotti”. “Stiamo chiudendo con fatica tutta la pratica – afferma – per l’eliminazione di questo disagio ma un sottopassaggio comporta lo spostamento dei pozzi e non è così facile provvedere con tempestività al tutto”. Il “blocco” della soluzione sembrerebbe giustificato.
Anche perché, secondo alcune fonti, in termini economici, un eventuale spostamento dei pozzi comporterebbe un danno economico di circa 1,5 milioni di euro.


 

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