Bastia

Sant’Egidio aeroporto in continua crescita

La Travicelli interviene spiegando perchè lo scalo deve rimanere
ASSISI – Dopo quello del sindaco Claudio Ricci anche Claudia Maria Travicelli, consigliere comunale del Pd, interviene sul futuro dello scalo di Sant’Egidio, ringraziando i deputati Trappolino, Bocci, Sereni e Verini per l’apposita interrogazione presentata al ministro Altero Matteoli. Travicelli ricorda come lo scalo di Sant’Egidio (considerato poco strategico da un rapporto dell’Enac che prevede la chiusura o il drastico ridimensionamento di 24 scali aeroportuali, in ragione dell’esiguo bacino di utenti o di insormontabili problematiche infrastrutturali) abbia notevolmente incrementato il flusso di passeggeri, e che proprio per “le prospettive di crescita e il ruolo strategico dello scalo aeroportuale di Sant’Egidio (unico in Umbria dedicato al trasporto aereo) è stata firmata, nel 2009, la convenzione per il potenziamento dell’ aeroporto di Sant’Egidio tra Regione Umbria, Enac e presidenza del consiglio dei ministri, per complessivi 42 milioni di euro. Se il rapporto dell’Enac dovesse davvero determinare in maniera incondizionata le decisioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – aggiunge Travicelli – diventerebbe del tutto incomprensibile la firma della sopramenzionata convenzione e ancora più incomprensibile lo sforzo finanziario per lavori di potenziamento il cui termine è previsto per il giugno 2011. Senza Sant’Egidio l’Umbria e di conseguenza Assisi si troveranno tagliate fuori dalle opportunità offerte dal previsto aumento dei flussi di viaggiatori, una cosa grave considerata la pesante debolezza in termini di infrastrutture viarie presenti in Umbria. La chiusura o il ridimensionamento dell’aeroporto di Sant’Egidio – che serve l’Umbria, ma anche Marche e Toscana – rappresentano quindi ipotesi funeste per una regione che ha fatto del turismo il suo secondo motore di sviluppo e che, grazie a un sistema di offerte integrate, ha consentito a zone deboli e marginali di conservare la possibilità di produrre redditi e di tutelare tradizioni, paesaggi, produzioni agricole di qualità e risorse ambientali di grande pregio”.

Corriere-2010-07-28-pag21

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