Uno scrigno d’arte che cerca di essere valorizzato
BASTIA UMBRA —LA CHIESA di Santa Croce per molti anni è stata inagibile in seguito ai danni del terremoto del 1997, ora sembra avviata ad un importante futuro, sia come luogo di culto che come centro culturale. Non è l’unica chiesa danneggiata dal sisma e chiusa per molti anni. Santa Croce, però, è stata per tanto tempo la chiesa parrocchiale e luogo di riferimento fino agli anni Sessanta. Situata nel centro storico, si affaccia, insieme all’altra chiesa moderna intitolata a San Michele, in piazza Mazzini. «Sono qui come parroco da tre anni — rileva don Giuseppe Pallotta (nella foto) — e ho subito colto l’importanza di questa chiesa. Tre anni fa già ristrutturata, ma ancora non agibile; in questi anni si è provveduto a completarne il recupero con le rifiniture interne che ora la rendono anche accogliente. Devo sottolineare il contributo di tanti parrocchiani, che con la loro generosità hanno reso possibile quest’opera, in particolare il lavoro svolto da Marcello Mantovani che ha garantito un apporto determinante».LA CHIESA, romanica del XIV secolo, ora è uno ‘scrigno’ che raccoglie le opere pittoriche di arte religiosa della città, a cominciare dal trittico di Nicolò Alunno. Non va dimenticato l’apporto del precedente parroco don Francesco Fongo, che ha iniziato i lavori di restauro della chiesa e di recupero del patrimonio artistico. «Un obiettivo che rimane prioritario — conclude don Giuseppe —, avendo chiaro il senso che Santa Croce rimane una chiesa, e al tempo stesso un prezioso ‘scrigno’ dell’arte e della storia locale e luogo d’incontro per i cittadini».
m.s.