Bastia

Samuele, una rosa per chiedere verità

Mamma Sonia ha portato un fiore dove il ventiduenne è stato trovato cadavere: «Ma non sei morto qui, Samu»

PERUGIA La mamma di Samuele De Paoli urla ancora la sua rabbia sui social. Nell’ultimo post su Facebook, pubblicato ieri, racconta di aver portato una rosa («la prima», sottolinea) nel luogo dove è stato trovato il cadavere del figlio ventiduenne, il 27 aprile del 2021, un campo a Sant’Andrea delle Fratte. «Ma sono sicura che non sei morto qua, Samu» scrive la donna. Più volte mamma Sonia ha utilizzato i social per chiedere verità e giustizia, convinta che la ricostruzione fin qui fornita agli investigatori dalla trans Patrizia (al secolo Hudson Pinheiro Reis Duarte), unica indagata per la morte di Samuenele, non sia lo specchio fedele di come, in quella tragica notte, sono andate le cose. Patrizia, 43 anni, di origini brasiliane, è accusata di omicidio preterintenzionale. La trans, difesa dall’avvocato Francesco Gatti, avrebbe stretto la sua mano al collo di Samuele per difendersi dall’aggressione del ragazzo: i due si erano appartati per un rapporto sessuale. La pressione avrebbe causato un riflesso vaso vagale dal quale è dipeso l’arresto cardiocircolatorio che ha ucciso il ventiduenne di Bastia Umbra: questo aveva detto l’autopsia. Una ricostruzione alla quale, però, non crede la mamma del ventiduenne, assistita dagli avvocati Walter Biscotti e Brenda Ercolani. Mentre si attendono i risultati delle analisi sui reperti isolati dalla Questura (eseguite dai tecnici della Sezione di Genetica forense della Polizia scientifica di Roma), il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha chiesto tempo: altri sei mesi per conclude le indagini, che dovrebbero così essere chiuse a maggio. Perché tutti vogliono la verità sulla morte di Samuele.

AnnA

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