Lettera aperta di un gruppo di cittadini preoccupati per i resti del XVI secolo 
 
BASTIA — Il piano attuativo per la ristrutturazione del lotto «il muro degli orti» in via Piave nel centro, approvato dal Consiglio comunale, potrebbe non essere l’ultimo atto di una vicenda che si trascina da oltre vent’anni. Lo auspica, in una lettera aperta, un gruppo di cittadini residenti nell’area che vorrebbe vedere salvaguardato il cosiddetto «muro degli orti», un reperto di ciottoli e pietre di fiume risalente al XVI secolo, rara testimonianza di storia locale nell’ambito del centro storico ormai da troppi anni abbandonato a se stesso. Il piano di recupero dell’antica «Insula» nel cuore della città, ormai approvato in via definitiva stenta a dare i risultati che ne hanno giustificato l’elaborazione. Tutti concordano sulla necessità di rivitalizzare i vicoli, anche come strumento di rilancio per attività economiche tradizionali, dal commercio all’artigianato, ma nessuno, neanche l’amministrazione, riesce a indicare la strada per mobilitare investimenti sufficienti a garantire l’opera di recupero. L’altra sera parlando di immigrazione il presidente del circolo «Primomaggio» Luigino Ciotti rilevava che molti extracomunitari alloggiano nel centro storico perché è l’unica area accessibile per le loro tasche. Una condizione di degrado, sottolinea Ciotti, a cui il Comune non dà risposte né immediate né in prospettiva, con un piano locale sulla casa. In realtà qualcosa è stato fatto sotto il profilo della sicurezza, migliorando l’illuminazione nei vicoli e nelle strade limitrofe, ma a tutt’oggi non c’è un piano complessivo per risolvere i gravi problemi sociali e urbanistici dell’area. Il gruppo di bastioli di via Piave, incoraggiati dalla bocciatura della monetizzazione da parte del consiglio che limita le volumetrie, ritiene possibile un intervento correttivo.
M.S. 

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