Bastia, Bellucci è stato chiamato a risollevare gli Allievi lasciando la Juniores
L’allenatore eugubino “Bravi i ragazzi, hanno accettato la mia impostazione e si sono rimboccati le maniche per questo traguardo”
Biancorossi in evidenza
BASTIA – Da Gubbio a Bastia per assumere l’incarico di Responsabile tecnico del Settore Giovanile della società biancorossa. Questa doveva essere la cornice della stagione 2010-2011 per Giorgio Bellucci. Strada facendo, poi, i programmi si sono modificati e gli impegni moltiplicati.
“Sono arrivato a Bastia – racconta lo stesso Bellucci – mosso da grande entusiasmo nell’affrontare la mia prima esperienza in qualità di Responsabile di un Settore Giovanile. Mi è stata poi affidata anche la Juniores regionale. Fino a dicembre, quindi, oltre a coordinare il lavoro dei tecnici, ho portato avanti il lavoro con questo gruppo di ragazzi dalle grandi potenzialità che rappresentano davvero il futuro della società”.
A fine anno, in coincidenza con la fase finale del girone di andata, all’interno del Settore Giovanile
biancorosso è stata presa una decisione importante.
A fronte delle difficoltà incontrate dal gruppo degli Allievi Regionali impegnati in A1, relegati al penultimo posto in classifica, a Giorgio Bellucci è stato chiesto di lasciare la panchina della Juniores proprio per seguire gli Allievi biancorossi. Walter Rossi è stato chiamato a guidare la Juniores, in quel momento seconda in classifica a pari punti con la Narnese, alle spalle della capolista Cannara.
“Rischiavamo di perdere la permanenza nella categoria A1. Con la società abbiamo deciso di rimboccarci le maniche ed affrontare la situazione nel modo migliore. Mi è stato chiesto di cercare di raggiungere la salvezza, ma soprattutto di dare un senso alla stagione”.
L’impresa è riuscita ed i risultati hanno superato addirittura le aspettative. Gli Allievi hanno centrato l’obiettivo e conservato la permanenza nella categoria in anticipo rispetto alla fine del campionato, totalizzando 23 punti in dodici partite. Una rimonta entusiasmante che ha visto protagonisti i ragazzi stessi. “E’ stata una bella soddisfazione – continua Bellucci – ed i miei ringraziamenti vanno in primis proprio ai giocatori che hanno accettato l’impostazione che ho voluto dare al mio lavoro. Li ho visti maturare ed affrontare partite difficili come quelle contro Nuova Fulginium, Pontevecchio e Sporting Terni, con il giusto approccio. Quello che ho voluto portare e mettere in primo piano è stato un sistema di regole indispensabili, a mio avviso, anche nel mondo del calcio dilettantistico. Il gruppo aveva grandi potenzialità, ma era necessario che i ragazzi acquisissero maggior consapevolezza nelle proprie capacità ed un metodo di lavoro che
li portasse ad impegnarsi in un certo modo non solo la domenica, ma nell’arco dell’intera settimana. A conferma del fatto che se i ragazzi vengono coinvolti, poi sono loro stessi a diventare protagonisti e trascinatori. C’è stata voglia di riscatto in tutti loro e l’ho visto fin dall’inizio, quando agli allenamenti hanno cominciato a partecipare sempre tutti ed in maniera costante. A questo proposito, devo ringraziare la società che mi ha dato carta bianca ed ha avuto fiducia in me. Abbiamo fatto fronte comune, condividendo uno stesso obiettivo. Infine il mio grazie va anche a chi mi ha preceduto alla guida di questo gruppo, Francesco Rossi”.
Qual è il bilancio personale di Giorgio Bellucci, al termine della stagione che sta ormai avviandosi alla sua conclusione? “E’ stata la mia prima esperienza da Responsabile di un Settore Giovanile. Ho cercato di mettermi a disposizione della società portando in dote la filosofia in cui credo e cioè portare il professionismo, in termini di regole e modalità, anche nel mondo dilettantistico. Ringrazio tutti gli allenatori che mi sono trovato a coordinare per avermi seguito in questo percorso. La mia convinzione è che le squadre siano della società e non dei singoli tecnici. In questo senso si è trattato di un cambiamento di mentalità, che ci ha portato a ragionare in un’ottica diversa rispetto al passato ma che credo abbia portato buoni frutti”.
di MONIA BOCCALI