Vista l’assenza di tre consiglieri del PD, la minoranza esce dall’aula e fa mancare il numero legale
BASTIA UMBRA – La seduta del consiglio comunale che doveva affrontare “la stangata” del bilancio di previsione 2008 non è potuta iniziare per mancanza del numero legale. L’appello ha accertato l’assenza di tre consiglieri del PD: due ex margherita e un ex DS. Al di la del fatto di cronaca, emergono con forza e chiaramente le difficoltà di questa maggioranza che nonostante il tentativo di fondere forzosamente due compagini da sempre in lotta per difendere i piccoli spazi di potere conquistati, non riesce a superare l’asticella (tanto cara al sindaco Lombardi), ma su di essa inciampa e cade sempre più rovinosamente verso il basso.
Nulla di male se a farne le spese fossero i diretti interessati che a forza di “combattere” tra di loro hanno perso definitivamente di vista il bene della comunità impegnandosi ogni giorno in una specie di partita a scacchi dove a turno si alternano i vinti e vincitori. In questo modo, però, sotto scacco matto è finita la città che non intravede in questa maggioranza nemmeno il barlume di una piccola luce in fondo a un tunnel che diventa sempre più buio e stretto in vista delle improrogabili scelte che si dovranno prendere su vaste zone di recupero che dovranno dare il senso alla città del futuro. Cosa ci si può aspettare di buono, da coloro che si sono formati alla scuola dei “tre saggi” che hanno gettato le basi della corrente di pensiero che ha fatto del mattone il volano dello sviluppo a prescindere da un utilizzo dell’edilizia volto a dare un senso a Bastia. Un senso che avrebbe voluto meno abitazioni, più verde, più parcheggi, più strade, più scuole e, soprattutto, più posti di lavoro, o perlomeno la difesa di quelli che c’erano. Per non parlare poi della mancanza di certezza delle regole per mettere tutti sullo stesso piano e al riparo della speculazione edilizia che aborrita a parole è cacciata dalla porta, ma che per gli amici si lascia rientrare dalla finestra attraverso un sistema di mancati controlli che favoriscono l’incremento degli abusi da parte di chi si sente “protetto” (forse) dalla politica, o di chi si mette in politica per proteggersi (forse) da solo. E’ giunto il momento che i cittadini prendano coscienza della situazione e abbiano il coraggio di cambiare; speriamo che lo facciano alla prossima occasione.
Non sappiamo se questa inconcludente e traballante maggioranza riuscirà a superare questo momento di grave difficoltà, ma sicuramente, da qui al 2009, ormai, non concluderà nulla di buono per i cittadini. Forse ciò che è successo questa sera, la mancanza del numero legale, potrebbe essere stato anche un fatto organizzato, per far cadere una proposta di bilancio che avrebbe messo in grave difficoltà le famiglie bastiole, soprattutto quelle a basso reddito (la mancata approvazione del bilancio entro la fine dell’anno costringe ad una nuova stesura che tenga conto della finanziaria approvata nei giorni scorsi dal Parlamento). Anche se l’inasprimento delle tasse comunali del 17%, subirà modifiche, rimarrà ormai nella mente degli elettori il grave tentativo, per ora andato a vuoto, di penalizzare i redditi, soprattutto quelli più bassi in un momento in cui, invece, servirebbe un grande sforzo del pubblico per tagliare gli sprechi e destinare maggiori risorse a far aumentare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Non a caso si è levata, se pur tardiva e flebile la voce di una sinistra spiazzata (il PDCI provinciale) da una manovra penalizzante per la classe operaia, di cui essa, si fa paladina al momento di chiedere il voto, ma di cui si dimentica appena i propri rappresentanti incollano il proprio fondo schiena a una sedia di potere qualsiasi.
Ci dispiace dover constatare che alla luce di quanto sta accadendo, viene a mancare quel barlume di speranza che s’intravedeva nella possibile novità del PD che a Bastia, spiace dirlo, ha già fallito. Penso a coloro che pieni di entusiasmo si sono recati alle urne il 14 ottobre con la speranza e il desiderio di dare il proprio contributo a un cambiamento radicale anche della politica locale e oggi, invece, devono desolatamente constatare che, mentre loro filosofeggiano sui “grandi temi” con le consulte, i propri rappresentanti (perché oggi fanno tutti parte del PD), stanno giocando il risico degli assessorati per difendere il proprio spazio di potere.
Quando è manifesta l’incapacità di perseguire gli scopi per cui si sono chiesti i consensi agli elettori, è meglio prenderne atto e muoversi di conseguenza. Sarebbe un grande atto di responsabilità che i cittadini apprezzerebbero. Proprio per questo non accadrà.
Nulla di male se a farne le spese fossero i diretti interessati che a forza di “combattere” tra di loro hanno perso definitivamente di vista il bene della comunità impegnandosi ogni giorno in una specie di partita a scacchi dove a turno si alternano i vinti e vincitori. In questo modo, però, sotto scacco matto è finita la città che non intravede in questa maggioranza nemmeno il barlume di una piccola luce in fondo a un tunnel che diventa sempre più buio e stretto in vista delle improrogabili scelte che si dovranno prendere su vaste zone di recupero che dovranno dare il senso alla città del futuro. Cosa ci si può aspettare di buono, da coloro che si sono formati alla scuola dei “tre saggi” che hanno gettato le basi della corrente di pensiero che ha fatto del mattone il volano dello sviluppo a prescindere da un utilizzo dell’edilizia volto a dare un senso a Bastia. Un senso che avrebbe voluto meno abitazioni, più verde, più parcheggi, più strade, più scuole e, soprattutto, più posti di lavoro, o perlomeno la difesa di quelli che c’erano. Per non parlare poi della mancanza di certezza delle regole per mettere tutti sullo stesso piano e al riparo della speculazione edilizia che aborrita a parole è cacciata dalla porta, ma che per gli amici si lascia rientrare dalla finestra attraverso un sistema di mancati controlli che favoriscono l’incremento degli abusi da parte di chi si sente “protetto” (forse) dalla politica, o di chi si mette in politica per proteggersi (forse) da solo. E’ giunto il momento che i cittadini prendano coscienza della situazione e abbiano il coraggio di cambiare; speriamo che lo facciano alla prossima occasione.
Non sappiamo se questa inconcludente e traballante maggioranza riuscirà a superare questo momento di grave difficoltà, ma sicuramente, da qui al 2009, ormai, non concluderà nulla di buono per i cittadini. Forse ciò che è successo questa sera, la mancanza del numero legale, potrebbe essere stato anche un fatto organizzato, per far cadere una proposta di bilancio che avrebbe messo in grave difficoltà le famiglie bastiole, soprattutto quelle a basso reddito (la mancata approvazione del bilancio entro la fine dell’anno costringe ad una nuova stesura che tenga conto della finanziaria approvata nei giorni scorsi dal Parlamento). Anche se l’inasprimento delle tasse comunali del 17%, subirà modifiche, rimarrà ormai nella mente degli elettori il grave tentativo, per ora andato a vuoto, di penalizzare i redditi, soprattutto quelli più bassi in un momento in cui, invece, servirebbe un grande sforzo del pubblico per tagliare gli sprechi e destinare maggiori risorse a far aumentare il potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Non a caso si è levata, se pur tardiva e flebile la voce di una sinistra spiazzata (il PDCI provinciale) da una manovra penalizzante per la classe operaia, di cui essa, si fa paladina al momento di chiedere il voto, ma di cui si dimentica appena i propri rappresentanti incollano il proprio fondo schiena a una sedia di potere qualsiasi.
Ci dispiace dover constatare che alla luce di quanto sta accadendo, viene a mancare quel barlume di speranza che s’intravedeva nella possibile novità del PD che a Bastia, spiace dirlo, ha già fallito. Penso a coloro che pieni di entusiasmo si sono recati alle urne il 14 ottobre con la speranza e il desiderio di dare il proprio contributo a un cambiamento radicale anche della politica locale e oggi, invece, devono desolatamente constatare che, mentre loro filosofeggiano sui “grandi temi” con le consulte, i propri rappresentanti (perché oggi fanno tutti parte del PD), stanno giocando il risico degli assessorati per difendere il proprio spazio di potere.
Quando è manifesta l’incapacità di perseguire gli scopi per cui si sono chiesti i consensi agli elettori, è meglio prenderne atto e muoversi di conseguenza. Sarebbe un grande atto di responsabilità che i cittadini apprezzerebbero. Proprio per questo non accadrà.
Francesco Fratellini
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