Rispondo a Pecci e Montecucco cercando di dare un senso a questa storia “anche se questa storia un senso non ce l’ha”

Paola Lungarotti candidato Sindaco coalizione di centro destra

Una risposta unica per provare a dare un senso di unità alle frastagliate menti che vagano nel centro sinistra seguendo ognuna una strada personale.

Caro Erigo Pecci, noi siamo una squadra, lei dimostra di non averla e di non avere un candidato sindaco. E’ duro fare il principe consorte un passo indietro o di fianco, glielo ha ricordato Lucio Raspa il giorno della sua gloria al Cinema Esperia davanti a testimoni illustri, in prima fila Bocci, Marini, Porzi. Tutte queste parole vuote che usa nei miei confronti, tutte queste chiacchiere nascondono un certo odore di bruciato. Non è che buttandola sulle ciance cambiano le cose, non è che attaccandomi personalmente cambia l’ordine dei fatti sotto gli occhi di tutti.

La mia è una coalizione forte, unita, preparata, leale, onesta e lei lo sa, io sono una persona specchiata personalmente e professionalmente. Quando cita la mia carriera mi onora, lei così attento, perché non fa aggiungere il nome della scuola per cui fa il coordinatore pedagogico Lucio Raspa?

Ma dov’è il vostro candidato sindaco? Lo tirate fuori solo nei giorni di festa? Durante l’ultimo confronto è bastato che accidentalmente gli cadessero i fogli che leggeva con le risposte confezionate da voi, per fargli perdere il filo del discorso. Se ne sono accorti tutti.

Se veramente conoscesse il pensiero di Gramsci non lo porterebbe a giustificazione del suo fallito protagonismo censurato dai suoi, ieri ed oggi. Concordo con Marco Montecucco, mai strumentalizzare, mai usare le persone, la foto allo stabile di Lucio Castellini l’avete pubblicata voi, non andava proprio fatta per accusare l’amministrazione. C’è un limite etico tra disinformazione e manipolazione.  

Non posso augurarvi buona campagna elettorale perché questa non lo è, è fango, ingiurie, vuoto, chiacchiere, mancanza di contenuti.

Chiedo scusa ai miei concittadini per il livello a cui sono dovuta scendere per rispondere alle accuse nei miei confronti.

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