PIANETA STRANIERI
Allarme sui ritardi da parte delle Cgil immigrati e dell’Unione immigrati di Bastia


Se prima ci volevano circa due mesi ora ce ne vogliono anche quattro e intanto le pratiche proveninti da Foligno, Spoleto, Citt di Castello e Assisi sono ferme


FABRIZIO RICCI
Rinnovare il permesso di soggiorno è uno dei passaggi essenziali della vita di ogni immigrato regolare in Italia. Senza permesso infatti non si lavora, non si trova casa, non si esce e soprattutto non si rientra in Italia. Fino a qualche mese fa per gli immigrati della provincia di Perugia però le cose andavano piuttosto bene, i tempi per il rinnovo nel capoluogo umbro, in media circa 2 mesi, erano tra i più bassi d’Italia. Poi, è arrivata la nuova procedura, quella pensata per il nuovo sistema di inoltro della domanda attraverso le Poste (con relativo aumento dei costi), che però ancora non è in vigore. E con la nuova procedura – come spiega Rossano Rubicondi, della Cgil immigrati – le cose sono peggiorate moltissimo. “I tempi si sono dilatati a dismisura perché i passaggi necessari sono molto più complicati – spiega Rubicondi – e adesso per un rinnovo si possono aspettare anche 4 mesi. Così, chi aveva programmato il rientro nel proprio Paese per i mesi estivi rischia di non poter partire e di restare bloccato qui”. “Il problema sta tutto nella mancanza di personale – spiegano dall’Unione immigrati di Bastia Umbra, associazione che quotidianamente è in contatto con l’ufficio immigrazione della questura – il personale che lavora attualmente all’ufficio non è assolutamente sufficiente per rispondere alla domanda di una comunità immigrata grande come quella di Perugia. A Firenze ad esempio – proseguono dall’associazione – dove il numero di immigrati è di poco superiore a quello di Perugia, c’è un’intera divisione della questura dedicata all’immigrazione, con il triplo del personale, mentre qui da noi c’è solo un ufficio che non può sopperire al carico di lavoro richiesto”. In più – affermano ancora quelli dell’Unione immigrati – c’è il problema delle ferie. Quando uno dei membri del personale dell’ufficio va in ferie, come è suo sacrosanto diritto, si crea un vuoto che non viene colmato e si ferma tutto.
Così, ci sono domande di rinnovo che provengono dai commissariati di Assisi, Foligno, Spoleto e Città di Castello che sono ferme addirittura dallo scorso ottobre. Mentre per Perugia si viaggia con almeno tre mesi di ritardo. E, sempre per il problema delle ferie, sono ferme anche le quote per l’ingresso dei lavoratori stagionali, inviate dalla prefettura utg alla questura come richiede la procedura, “proprio perché – spiegano sempre dall’Unione immigrati – l’addetto al rilascio del nulla osta non è in servizio e non c’è nessuno a sostituirlo”.
Intanto, Dal 31 maggio sono stati trasmessi a tutte le questure i contatti dei patronati che operano nelle province di riferimento. I responsabili degli uffici immigrazione sono chiamati a “instaurare un rapporto di libera collaborazione”, per poi “procedere alla formazione in materia di immigrazione degli operatori preposti all’utilizzo dell’applicativo per l’attività di precaricamento delle istanze”. Incombenze che hanno già sollevato le proteste dei diretti interessati, che si vedranno caricare una nuova incombenza (quella della formazione del personale dei patronati, appunto).
Nessun riferimento a quando partirà l’attività di formazione (tempi e modi dovranno essere concordati caso per caso) e tanto meno alla data in cui si potranno iniziare a presentarenegli uffici postali le domande per i permessi di soggiorno. Quello che si sa per certo finora è che l’operazione costerà circa 70 euro.

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