Bastia

«Rincara la Tarsu e la Tia fa paura»

FI critica la giunta che ignora la nuova e piu equa tassa ambientale


BASTIA UMBRA – Si chiama Tia, ha un suono più gentile della Tarsu, eppure fa paura. La “Tariffa igiene ambientale” è per la giunta Lombardi un autentico spauracchio, a giudizio di Antonio Bagnetti, consigliere comunale di FI. “Questo affettuoso nomignolo – dice – sta, infatti, ad indicare un sistema di prelievo fiscale più equo, ma anche più rigoroso e dunque impopolare. Per questa ragione, nonostante sia stata inventata nel ’97 dall’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, pochissimi sono i Comuni che l’anno già introdotta. Da parte sua il governo, o meglio i governi che si sono succeduti, non hanno fatto troppa pressione, anzi hanno sempre chiuso un occhio, concedendo proroghe su proroghe, arrivando ultimamente a spingere il termine fino al 2005.
Ma perché la Tia non piace. si chiede il consigliere? La risposta è semplice. “La nuova tariffa è come una vecchia zia premurosa con i nipotini virtuosi, ma terribile nei confronti di quelli che non si comportano bene. E si sa: la severità non è facile da far digerire agli elettori. Così una legge giusta, progressista, che ci metterebbe finalmente al passo con gli altri Paesi europei, non viene applicata”.
La Tia si attiene ad una filosofia storica: ognuno paga esattamente per quanti rifiuti produce: Il principio è etico dal punto di vista della morale fiscale, ed è ecologicamente corretto, perché spinge i cittadini, ad esempio, verso la raccolta differenziata.
Con l’applicazione della Tariffa, infatti, devono essere previste agevolazioni per la raccolta differenziata, attraverso l’abbattimento della parte variabile della tariffa, per una quota proporzionale ai risultati raggiunti dalle utenze circa il conferimento dei rifiuti a raccolta differenziata.
“Invece – fa presente il consigliere – nel bilancio di previsione approvato mercoledì è stato previsto un sciagurato aumento della Tarsu del 10% che si aggiunge a quello del 16% nel 2002, quindi il 26% in soli tre anni. A questo va aggiunto un ulteriore 8% per coprire l’intero costo di gestione dei rifiuti che il Comune sostiene attingendo alle risorse di bilancio. Il che significa che il costo dei rifiuti viene a gravare sulla fiscalità generale dell’ente locale. Quindi, in realtà, il cittadino paga un’ulteriore aliquota, ma non se ne accorge”.

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