Rifondazione e la telememoria corta
















. BASTIA — E’ cambiata la politica dell’amministrazione comunale nei confronti delle antenne per telefonia mobile? Evidentemente sì, se due anni fa il Comune chiamava in giudizio davanti al Tar le società di gestione, mentre oggi installa in concorrenza con i privati gli antennoni su aree pubbliche. Tre sono stati montati nel palazzo comunale, nell’area dello stadio e in quella del cimitero, con contratti che avranno durata di sei anni e un canone di locazione annuo pari a 41.500 euro.
Già Forza Italia aveva ironizzato su questa contraddizione prendendosela con il Wwf che critica Assisi e dimentica Bastia.
Ora, si fa sotto Rifondazione comunista con un’interrogazione del capogruppo Luigino Ciotti, il quale richiama la giunta Bogliari ad un minimo di coerenza.
Era stato approvato un Regolamento comunale che stabiliva il limite di 500 metri delle antenne dai centri abitati e, ricorda l’esponente di Rifondazione, i Ds (partito di maggioranza a Bastia) avevano raccolto centinaia di firme contro le istallazioni.
Ciotti interroga l’amministrazione comunale per sapere se intenda applicare le sentenze con cui la Corte Costituzionale, modificando il decreto Gasparri, restituisce competenze ai Comuni e alle Regioni.
Non basta dire che il Comune avrà un beneficio finanziario se, secondo Ciotti, dovesse essere pagato mettendo a rischio la salute dei cittadini. In particolare dei dipendenti del municipio e, nel caso dello stadio, dei giovani che vi si recano per attività sportive.
M.S.




pubblicato sulla Nazione Umbria del 31/10/2003

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