Bastia

Ricorso al Tar contro il giro di vite alle new slot

Bastia Il Comune in campo
BASTIA UMBRA Il Comune di Bastia ha deciso di costituirsi nel giudizio dinanzi al tribunale amministrativo regionale dell’Umbria promosso dalla B PLUS Giocolegale ltd per l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza sindacale dello scorso 8 novembre relativa alla disciplina degli orari di apertura al pubblico delle sale giochi e dei giochi leciti. A tal fine è stato conferito l’incarico legale di rappresentare il Comune di Bastia nel giudizio all’avvocato Mario Rampini.
L’ordinanza tiene conto che negli ultimi anni la disciplina in questione è stata profondamente innovata, per la necessità di far fronte alla quantità e qualità dell’offerta e per l’esigenza di arginare il problema di allarme sociale connesso al “gioco d’azzardo”. “Si è ritenuto necessario adottare l’ordinanza – ha spiegato il sindaco Ansideri – per tutelare i soggetti psicologicamente più deboli”. L’ordinanza in questione disciplina l’orario delle sale giochi (sale pubbliche per biliardi o per altri giochi leciti) fissando l’apertura alle ore 10 e la chiusura alle 23. Quanto invece agli apparecchi idonei per il gioco lecito, ovvero le ‘new slot’, è stato fissato un nuovo orario ridotto, che prevede l’apertura alle ore 13 e la chiusura non oltre le ore 23. L’ordinanza ricorda che in tutte le sale da biliardo o da gioco e negli altri esercizi, compresi i circoli privati, autorizzati alla pratica del gioco o all’installazione di apparecchi da gioco, deve essere tenuta esposta in luogo visibile una tabella, predisposta ed approvata dal questore, indicante i giochi d’azzardo e quelli vietati nel pubblico interesse, nonché prescrizioni e divieti specifici.
Il sindaco nell’occasione aveva inoltre inviato ai suoi colleghi di sette Comuni vicini (Perugia, Assisi, Bettona, Cannara, Torgiano, Spello e Valfabbrica) una lettera relativa all’ordinanza adottata invitandoli a dare sostegno all’iniziativa da lui intrapresa, per evita-re il diffondersi del “turismo da gioco”, e sollecitandoli ad adottare iniziative analoghe volte ad arginare un fenomeno che secondo il primo cittadino avrebbe assunto i connotati di un vero e proprio “problema sociale”.di MASSIMILIANO CAMILLETTI

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