CAMPIONATO GIORNALISMO  CRONISTI IN CLASSE 2018 Scuola media Antonietti Bastia

Le lettere di un infermiere ai fratelli, scritte dalle retrovie del Fronte

IL PROFESSOR Ascioti Angelo Ignazio è stato invitato nella nostra scuola per testimoniare, attraverso delle lettere, ormai centenarie, la vicenda di suo padre, Giuseppe, detto
Peppino, convinto interventista, arruolatosi volontario come Caporal Maggiore Sanitario allo scoppio della Grande Guerra del 15-18. Giuseppe si arruola a 26 anni e viene
mandato prima al comando di Reggio Calabria, città di provenienza, poi sulla linea di fuoco, da cui scrive ai fratelli anch’essi in guerra, senza mai menzionare il luogo in
cui si trova. ESSENDO un infermiere non combatte in trincea, ma vive la guerra dalle retrovie, dall’ospedale militare e, nei momenti di pausa, scrive ai suoi familiari per informarli
sulla situazione. Usa un tono molto ironico che lascia stupiti, vista la tremenda situazione che si trovava a vivere. Delle sue sessanta lettere, il professore ne ha lette un paio di estrema importanza e rilevanza. Nella prima, datata 13 Maggio 1916, scrive che il cielo è rallegrato dal rombo delle artiglierie quando verso le 10.30 un nostro cacciatore attacca battaglia con un
velivolo nemico e con grande audacia lascia la vecchia preda ormai sanguinante e si lancia sui nuovi arrivati finchè colpisce un velivolo che si schianta a terra. Ebbene
l’aviatore in questione, che più tardi raggiunse il campo in automobile per vedere il nemico atterrato, era il famoso aviatore di cavalleria, Francesco Baracca, primo grande
eroe della storia italiana, che aveva abbattuto il suo decimo velivolo. Questo episodio era noto alla storia ma non se ne conoscevano i particolari, per cui questa lettera è diventata
una testimonianza essenziale della biografia di Baracca ed è stata acquisita dal museo di Lugo di Romagna. L’altra lettera, scritta dal Montello, quando la guerra è in tutta la
sua pienezza, non fu mai inviata e venne riportata a casa dal Caporale, in quanto redatta quando la guerra stava per finire: venne infatti iniziata il 22 ottobre 1918 e terminata il
27 ottobre. E’ un documento estremamente interessante, poiché descrive dettagliatamente l’attraversamento del fiume Piave. UNA MANOVRA studiata a tavolino,
in cui nulla fu lasciato al caso; dopo vari tentativi rimandati ebbe inizio in alcuni tratti del fiume proprio il 22 ottobre e terminò il 27 mattina. Noi ragazzi siamo rimasti
commossi dal racconto del professor Ascioti, perché dalla testimonianza viva del padre Giuseppe ci siamo resi conto delle difficoltà vissute dai soldati, che persero la vita
per gli ideali di Patria e di orgoglio nazionale, affrontando una guerra che non lasciava né vincitori, né vinti: le perdite furono ingenti per tutti. Ci ha colpito molto lo spirito
di fratellanza che legava quei giovani accomunati dallo stesso destino, per dirla con le parole di Ungaretti «Si sta come le foglie sugli alberi d’autunno».

 

«Ricordare per far conoscere il passato»

L’INTERVISTA IL PROFESSOR ANGELO IGNAZIO ASCIOTI HA PUBBLICATO GLI SCRITTI DEL PADRE

ABBIAMO intervistato il professor Angelo Ignazio Ascioti per testimoniare la vicenda di suo padre, Giuseppe, convinto interventista allo scoppio della Grande Guerra del 15-18.
Come e quando è venuto in possesso delle lettere di suo padre, scritte durante la Prima Guerra Mondiale? «Dopo la sua morte, ho ritrovato la prima delle 60 lettere
a casa di uno zio e così mosso da curiosità, ho cominciato la ricerca nella casa paterna e in quelle dei fratelli di mio padre». Quali emozioni ha provato leggendole?
«Un’emozione molto forte poiché ho conosciuto un lato nascosto del carattere di mio padre, che in vita non aveva mai parlato degli anni trascorsi al fronte». Come è arrivato alla compilazione di questo diario da lei intitolato, Zona di guerra? «La decifrazione della calligrafia mi ha richiesto molto tempo: dapprima le ho decifrate, poi le ho ordinate cronologicamente e alla fine le ho trascritte a macchina facendo un lavoro di cucitura». Quando ha sentito il bisogno di far conoscere le parole di suo padre? «Io sono un professore in pensione, per cui le ho lette a scuola ai miei studenti già negli anni ’80. Tra l’altro sono stato invitato alla cerimonia di inaugurazione del museo intitolato a Francesco Baracca, a Lugo di Romagna, poiché nella lettera del 13 maggio 1916, viene menzionata una delle imprese del grande aviatore contro gli austriaci, della quale nemmeno il suo biografo ufficiale conosceva i particolari». Cosa la spinge a far conoscere questi documenti così personali? «L’ esigenza di far conoscere ai giovani il doloroso passato perché ricordare è un atto doveroso per vivere consapevolmente il presente senza commettere gli errori e gli orrori che porta la guerra».

LA SEGUENTE pagina è stata realizzata dagli studenti della 3 A con Antonini, Benhammou, Brunori, Capannelli, Carducci, Carlino, Castellano, Delishi, Franchi,Galluccio,
Marmottini, Mencarelli, Nemes Orlando A., Orlando M, Paffarini, Pieretti, Polverino, Ponti, Quarta, Reka, Zampa; 3G Agrestini, Angeli, Bellini, Bellizzi, Caccavallo, Caiazza, Chilelli, Coulybali, D’Accardi, Falcinelli, Fortebracci, Grilli, Guerciolini, Marzi, Migni, Montecucco, Nappo, Panico, Proietti, Gagliardoni, Puzovic, Raspa Scognamiglio, Storti, Vagniluca, Xholi. Docenti:
Claudia Tortoioli, Anna Rita Contini. Dirigente scolastico: Stefania Finauro

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