Egregio direttore,
bisognerà prestare la massima attenzione all’esame dei bilanci degli enti pubblici per il 2007. Alla luce di quanto prevede la finanziaria in fase di approvazione, la torchiatura aggiuntiva dei cittadini da parte degli enti locali potrebbe essere inevitabile. Ricordo molto bene quando, tempo fa, i mezzi di informazione si prodigavano ad elencare le difficoltà delle famiglie che faticavano, prima ad arrivare alla fine del mese, poi alla terza settimana e via sparando sul governo Berlusconi. Tra un servizio e l’altro non mancava mai l’impiegato, l’operaio o il dipendente pubblico, insomma il “contribuente fedele e corretto” che paga fino all’ultima lira di tasse che dopo essersi recato in banca per fare un assegno circolare andava alla Posta per rispedire al mittente quei “quattro soldi”, con allegato lo sdegno di chi si sentiva destinatario di un’elemosina, paria ad una pizza al mese, del taglio delle tasse del governo di centrodestra.
Allora, tutti a sventolare le buste paga per dimostrare la presa in giro.
Per finire si chiudeva con una bella carrellata di prezzi che inesorabilmente aumentavano, sempre per colpa del governo.
Non migliorava il clima nei consigli comunali dove gli amministratori, di centrosinistra si scagliavano con veemenza contro il ministro delle finanze che aveva legato loro le mani, anzi la borsa, imponendo tagli alla spesa corrente. Non parliamo poi delle dichiarazioni dei sindaci che prevedevano anziani abbandonati all’autogrill, città buie, scuole e uffici pubblici al gelo, trasporti pubblici inesistenti salvo poi avere, invece, le risorse per pantagrueliche notti bianche, piene di luci e colori, canti e balli, artisti e comici di successo (purchè di sinistra e disposti a sbeffeggiare Berlusca). Alla presentazione del bilancio consuntivo, però, tutti gli amministratori “cassandra”, dopo aver annunciato catastrofi, si lodavano per aver mantenuto lo stesso livello dei servizi nonostante i tagli. Evidentemente gli anni prima si erano prodotti in sprechi, come minimo, pari alle sforbiciate del governo.
Oggi con l’Unione al governo, tutto ciò non avviene. Forse non sono aumentati gli interessi sui mutui delle case che 1’80% degli italiani possiede? La luce, il gas e le tariffe non aumentano? Oppure i prezzi sono calati e solo io non me ne sono accorto? Insomma cacciato Berlusconi tutto bene: qualsiasi cosa fa Prodi lo fa per il bene del “Popolo”. Anche cambiare idea tutte le mattine e più volte al giorno sulle misure della manovra finanziaria. Serve a tenerci svegli, allegri e felici. Non aveva forse, Prodi, promesso di dare agli italiani un po’ di felicità? I sindacati, invece, soprattutto la Cgil fa e rifà i conti che non tornano. Dopo la grancassa sulla restituzione del cuneo fiscale, chi glielo va a raccontare ai milioni di operai italiani che, nella migliore delle ipotesi, nella busta paga “più pesante” promessa dal governo che doveva far piangere i ricchi troveranno, quando va bene, la bellezza di 3,63 euro al mese in più? Da dove viene questa cifra? Da un semplice conteggio del sindacato metalmeccanici della Uil. E’ presto detto: la busta paga tipo di un operaio è di 20mila euro lordi l’anno; lo sgravio fiscale è di 107 euro. Vanno però tolti 60 euro per l’aumento dei contributi sociali. Restano 47 euro in più l’anno, l’equivalente di due caffè al mese. Se poi l’operaio-tipo è proprietario di un’autovettura euro zero, il bilancio andrà in rosso. Non consideriamo poi le addizionali comunali e regionali che ci saranno. Il presidente dell’Isae, il centro studi legato al Tesoro, nel corso di un’audizione parlamentare, ha dichiarato: “Dieci milioni di famiglie usciranno da questa manovra con i bilanci in rosso”. Sono questi i ricchi che dovevano piangere?
Francesco Fratellini
Coordinatore FI Bastia
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